«Si c'est là ce qu'on appelle la famille, vaut elle bien en conscience le bruit qu'on en a fait?»
«La femme ne fait rien, parce que l'homme fait tout.»
Girardin, Lib. d. I. Mar.
La legislazione può dessa astrarre dai principii riconosciuti della filosofia?
Il diritto giuridico può egli non essere che convenzionale, epperò insubordinarsi al diritto naturale?
Le leggi civili possono desse appagarsi di tutelare più o meno la proprietà e le persone, senza sollecitarsi del principio da cui parte l'umano consorzio e del fine a cui cammina?
Riconosciuto ed affermato un diritto, può essa, la legge, impedirne l'esplicazione e sopprimerne l'applicazione?
Ecco le tesi ch'io mi ponevo discutendo le condizioni della donna in faccia al diritto, nel libro, per me testé pubblicato, La Donna e i suoi rapporti sociali. Ardue tesi, delle quali cercavo la soluzione in una logica base di diritto, e la prova di essa soluzione riscontravo nelle imperfezioni, nelle contraddizioni, nei barbarismi delle leggi esistenti.
Ma ben poco avrei giovato al mio sesso, e non avrei che mediocrissimamente servito alla causa che propugno se, paga di avere invocato l'attenzione dei corpi legislativi e delle genti logiche ed oneste, sulle miserrime condizioni nelle quali è costretta la donna sotto l'impero del codice vigente (imperfezioni sulle quali l'Italia tutta è piú o meno d'accordo dacché se ne vuole riforma), paga, dico, di cosí poco, riposassi fiduciosa piú che non vogliano ragione ed esperienza in una vittoria, che numerosi interessi, diffusissimi pregiudizii e secolari abitudini concorrono a rendere piú che mai difficile, se non impossibile.
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Lib Mar La Donna Italia
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