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      Il Muratori(1094) ha creduto ben'impiegata la sua penna immortale nel vendicare la sentenza di S. Agostino dalle accuse e rimproveri dei primi; non sarà per me inutil cosa l'impiegare una lettera per dimostrare, che non è stata a lui attribuita a torto una tale sentenza. E per ridurre la cosa all'ultima evidenza non m'impegno a meno, che a farvi toccar con mano che sono di S. Agostino tutte le prove, che ho addotte nel mio carteggio per giustificare quell'intolleranza discreta che pratica il tribunale del Sant'Officio, che da S. Agostino medesimo sono state prese quell'efficaci risposte, che ho date a tutti gli argomenti e sofismi dei moderni Tollerantisti ed increduli, e che il franco nostro avversario, che pur vedeva la necessità di avere dal suo partito un tanto dottore, ha avuta la disgrazia di non trovare nelle vaste sue Opere una sola parola che lo favorisca apertamente, nè ha potuto profittare che delle sole obbjezioni de' refrattarj e scismatici, che ha trovate raccolte e sciolte magistralmente negli aurei volumi di sì gran Santo. Se è possibile che chi scrive e parla così sia contrario al nostro partito, si vanti pure il Pavese dell'autorità di S. Agostino; ma voi non ne paventate l'incontro, che un tal nemico non offende ma giova. Se poi non è possibile, come non lo è senza dubbio, voi avete a vostro favore l'autorità di così eccellente maestro, che nella controversia presente sola basta a rendervi vittorioso e sicuro. E per farvene sempre più persuaso, sentite.
      Vi ho dimostrato nel passato carteggio il diritto e bisogno che ha la Chiesa di sforzare gli Eretici a ravvedersi, usando oltre alla spirituale anche la temporal coazione o per se stessa immediatamente, se è medicinale e discreta, o per mezzo dei fedeli sovrani, se è più rigorosa e pesante, e colla gravità del delitto, che è per se stesso enormissimo, e colla vanità delle scuse, che si vanno mendicando e dall'ignoranza de' colpevoli e dall'indifferenza del culto per discolparli, e coi tristi funestissimi effetti, che lo [498] accompagnano, perniciosissimi all'una e all'altra società, e coll'autorità finalmente delle Scritture e dei Padri, che accordano ai Superiori ecclesiastici l'autorità di reggere il divin Gregge, ed ai principi fedeli l'obbligo di giovarlo e proteggerlo.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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