Per il che dubitando il principe di qualche tradimento, ambi eleggemmo per migliore e per piú sano consiglio di partirsi di là, e cosí ne andammo verso Aghilinghighil. È questa tale città sino a questo dí abitata, percioché costoro non temono le offese de' Portoghesi, avendo per loro iscampo le montagne.
Teijeut.
Teijeut è piccola terricciuola nel piano, ma fra i monti, lontana da Ileusugaghen dieci miglia verso ponente. Fa cerca a trecento fuochi, è murata di pietre cotte; gli abitatori di lei sono tutti lavoratori di campi. I loro terreni sono buoni per la sementa dell'orgio: altro grano non vi si mette. Hanno assai copia di giardini ripieni di viti, di fichi e di pesche; possiedono grandissima copia di capre. Evvi eziandio gran numero di leoni, i quali mangiano e guastano non poche delle dette bestie. Io vi rimasi una notte e albergai in un picciolo casale quasi distrutto; e avendo proveduto ai cavalli di molto orgio, e quelli ben legati e allogati ove si potea il meglio, l'entrata dell'uscio serramo con molta quantità di spine. Era allora il mese d'aprile, e perché ivi facea caldo salimmo nella sommità del tetto, per dormire quivi all'aere. Cerca alla mezzanotte vennero due leoni grandissimi, i quali si affaticavano di rimuover le spine, tratti all'odor di cavalli. I cavalli incominciarono ad annitrire e a far romore, di sorte che per noi si temeva non la debol casa avesse a cadere, perch'egli ci convenisse rimaner pasto di quei ferocissimi animali. Né appena si vidde biancheggiar l'alba che, sellati i cavalli, di là si partimmo e colà ci inviammo ov'era andato il principe.
| |
Aghilinghighil Portoghesi Ileusugaghen
|