Costoro, spaventati dallo strepito dell'artiglierie, tutti gittati in terra domandorono pace e cominciorono a mercatare e barattare insieme loro catene d'oro con paternostri di vetro e simili altre cose. Costoro hanno tamburri e cornetti fatti di caragoli marini, quali adoperano ad incitare gli uomini alla guerra.
In quella costa sono molti fiumi, fra li quali è il Beragua, e di tutti si cava oro. Gli abitatori di questo luogo, per defendersi dalla pioggia e dal caldo si cuoprono con foglie d'arbori molto grandi. Di qui andò vedendo le riviere di Ebetere ed Embigar, nelle quali sono duoi fiumi d'acqua dolce e abbondanti di pesci, Zachora e Cubigar. Lontano da questo luogo circa quattro leghe è la rupe, della quale si farà menzione quando si dirà della trista fortuna del capitan Nicuessa, chiamata dalli nostri Pegnone. La regione dagli abitatori si chiama Vibba, nella qual costa è un porto il quale da Colombo fu chiamato Porto Bello, la provincia del quale chiamano Xaguaguara. Tutta questa regione è popolatissima di gente tutta nuda. In Xaguaguara il re tiene il corpo tutto dipinto di nero; il resto del popolo il tigne di color rosso. Il re e sette altri primi appresso lui avevano appiccato al naso una lametta d'oro, la quale veniva insino sui labri, e questo par loro grandissimo ornamento. Gli uomini cuoprono le parti vergognose con la scorza d'una ostrica marina, le donne con una fascia fatta di cottone. Hanno questi popoli nelli loro giardini una pianta la quale fa il frutto simile al cardo, il qual frutto è molto delicato, e al gusto paion cotogne; è piú carnoso che la pesca, cibo veramente regale.
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