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      Ed essendo andato detto admirante in Castiglia per riposarsi, trovandosi vecchio e infermo massimamente delle gotte che lo tormentavano in tutta la persona, mancò di questa vita in Vagliadolit nel mese di maggio 1506. E per il suo testamento ordinò di esser portato a sepelir nella città di Sibilia nel monasterio della Certosa. Uomo veramente che se fosse stato appresso gli antichi, per l'admirabile e stupenda impresa d'aver trovato un mondo nuovo, oltra li tempii e statue gli averian dedicato qualche stella ne' segni celesti, come ad Ercole e a Bacco; e l'età nostra si puol tener gloriosa d'aver avuto in suo tempo un uomo italiano cosí grande e cosí famoso, le laudi del quale saranno celebrate per infiniti secoli. Al qual successe nello stato e titolo don Diego Colombo suo figliuolo, qual per le sue virtú e ottimi costumi, e del padre, meritò d'aver per moglie la signora Maria di Toledo, figliuola dell'illustre don Ferrando di Toledo comendador di Leon.
      Ma non è da lasciare indietro come il detto admirante lasciò scritto alcune cose particolari di questa sua ultima navigazione, cioè che tutte quelle costiere che scorse, tutto l'anno avevano gli arbori verdissimi e carichi di fiori e frutti, ed erano di aere temperatissimo e salubre, in modo che mai alcuno delli compagni vi s'amalò. E che dal porto grande Cerbaroo infino al fiume Hiebra e Beragua, il qual spazio è di leghe cinquanta, mai sentiron né freddo eccessivo né caldo. E come li popoli Cerbaroi e gli altri sopradetti non attendono a cavar l'oro se non in alcuni tempi dell'anno determinati, della qual cosa sono perfetti maestri come appresso di noi li minerali; e che costoro conoscono li luoghi dove si trova maggior quantità d'oro dal corso dell'acque de' fiumi e dal colore dell'arena d'essi; e che credono oltra di questo ch'esso abbi in sé qualche divinità, secondo che dalli loro antichi avevano inteso, e per questo con gran cerimonie si preparavano quando l'andavano a cavare, e tutto il tempo che attendevano a questo essercizio stavano casti e mangiavano e bevevano poco per reverenzia, astenendosi d'ogni altro piacere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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