Essi avevano percorsa felicemente la perigliosa via: uomini scelti e valenti com’essi erano, non avevano nulla a temere da un colpo di mano d’una banda della stessa forza od anche più numerosa, nè i dieci Suia, che erano alla posta desiosi di ritirar per loro conto i doni imperiali al margine dell’oasi, osarono attaccare gli Uled Chris, ma li lasciarono passare tranquillamente.
Così scorreva il tempo lentamente e da lungo tempo erano gli uccelli di passaggio partiti pel settentrione: solo per noi non spuntava mai il dì della partenza. Avemmo occasione di fare delle interessanti osservazioni sui ragni e le vespe e persino di formarne una collezione, ma anche questo fu per lo più lavoro inutile, perchè andarono perduti. La «sandwespenartige Papierwespe» (vedi la figura in Brehm, ed. tedesca, vol. IX, p. 252), poichè io debbo pure darle questo nome, chiamata dagli arabi Abu Daude (padre del verme) e dagli Augilensi con un nome suo proprio, corrisponde perfettamente alla descrizione del Belonogaster che il nostro famoso zoologo Brehm fa della vespa di Port Natal, se non che le venature delle ali e l’addome non erano rosse, bensì d’un color azzurro d’acciaio cupo. Queste vespe venivano sempre a deporre le loro uova nella sala del Migeles e vi costruivano i loro gruppi di celle, applicandoli alle pareti o alle travi. Nella cella fabbricata di argilla umida deponevano un uovo, andavano quindi sugli alberi di Ethel in cerca di 5 o 6 piccoli bruchi, che ponevano accanto all’uovo come futuro alimento, e chiudevano quindi la cella ermeticamente.
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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano 1913
pagine 310 |
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