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      Stecker, naturalmente, seguì il mio esempio. Sebbene Sidi Embark, che era più fanatico del suo correligionario, mandasse lampi da’ suoi neri occhi, non osò dir nulla, mentre Sidi el-Hussein, dotato di più fino discernimento, così prese a parlare:
      «Benvenuto in Kufra! Io ti dò il buon giorno e lo Scich (Sidi el-Madhi) fa il medesimo per mio mezzo. Egli - che Dio versi la pienezza della benedizione sul suo capo! - mi ha qui mandato perchè ti venga in aiuto. Mi passa l’anima (102) che tu sia svaligiato. Ma era scritto da Dio (103) e sarebbe peccato il mormorare della volontà di Dio. Noi abbiamo vietata allo Scich Bu Bekr ed ai suoi partigiani l’entrata nella Zauia, e ci sforzeremo di fare ogni cosa secondo il tuo desiderio. Noi siamo poveri e viviamo del ricco tesoro di grazie dell’Altissimo e del nostro benigno signor Maometto, il prediletto da Dio, ma ciò che abbiamo ti appartiene. Abbiamo recato tre capre, come tributo dell’ospitalità, prendile in contrassegno del nostro amore (104) e dicci cosa desideri».
      A questo lungo discorso, ch’io ho cercato di tradurre il più letteralmente possibile, risposi nel seguente modo:
      «Ia (105) Sidi el-Hussein, io sono gratissimo allo Scich ed a te delle vostre buone intenzioni. Il nostro benigno Signore Gesù dice che dobbiamo perdonare anche i nostri nemici e far del bene a coloro che ci hanno fatto del male. Quand’anche io perdoni, chè quel che è accaduto è accaduto, non dovrebbe però un delitto simile rimanere impunito dalla giustizia terrena.


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Tripolitania
Viaggio da Tripoli all'oasi di Kufra
di Gerhard Rohlf
Editore Vallardi Milano
1913 pagine 310

   





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