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      Tant'è vero che a questo mondo le cose bisogna saperle fare a tempo. Se la sua voce di musico fosse stata sentita in quella sera prima delle oscillazioni tremende delle minugie incantate del violino di Tartini, avrebbe fatto l'effetto che di solito produceva in teatro; ma pur troppo dovette restarsene avvilito e pieno di dispetto.
      E qui un altro riposo succedette all'esecuzione di que' due pezzi, durante il quale il doge Grimani si alzò, e recossi vicino alla contessa Clelia.
      - Io attendeva, serenissimo principe, che l'accademia terminasse, e questi egregi signori si dilungassero in altre sale, per potervi parlare, e sentir dal vostro labbro per che grave cagione mi avete mandata a chiamare.
      - Io spero che mi vorrete perdonare, contessa, se vi ho fatta venir qui forse contro vostro genio. Ma d'altra parte, anche per adesione dei signori Dieci, ho creduto di non dover farvi chiamare a Palazzo, come pure avrebbe portato il debito. L'eccellentissimo Senato di Milano scrisse al Senato di qui, e supplicandoci ad usar con voi tutti i riguardi a che la vostra alta condizione e i vostri meriti speciali hanno diritto, ci diede incumbenza di provvedere, come ci sarebbe parso meglio, a mandarvi tosto a Milano.
      - Io non comprendo, altezza. Chi mi può impedire di vivere in Venezia?
      - Noi no; ma il Senato di Milano dev'essere stato costretto a questa determinazione da qualche circostanza straordinaria che noi ignoriamo, e che non potete forse congetturare nemmeno voi. Il Senato di Milano, serbando il silenzio anche colla nostra Repubblica, quantunque per verità avrebbe dovuto parlar più chiaro, ci ha fatto intendere, essere insorta così grave circostanza, per cui è necessario che voi siate sentita in giudizio.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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