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      La gloria delle azioni deriva inoltre, quando queste sono puramente personali, come in guerra, dalla relazione d’un piccolo numero di testimoni oculari; ora può succedere che non vi sieno stati testimoni, o che questi sieno ingiusti o mal prevenuti. D’altra parte le azioni, essendo qualche cosa di pratico, hanno il vantaggio d’esser alla portata delle facoltà che intendono e giudicano presso tutti gli uomini; perciò si rende loro immediatamente giustizia non appena i dati sono esattamente prodotti, a meno che tuttavia i motivi non ne possano esser nettamente conosciuti o giustamente apprezzati che più tardi, perocchè, per ben comprendere un’azione, bisogna conoscerne il motivo.
      Per le opere la cosa è affatto diversa; la loro produzione non dipende dall’occasione, ma unicamente dal loro autore, ed esse restano quello che sono in sè stesse e da per sè stesse per quanto a lungo durino. Qui, in cambio, la difficoltà consiste nella facoltà di giudicarle, e la difficoltà è tanto più grande quanto più le opere sono di qualità eminente; di sovente mancano giudici competenti; di sovente pure mancano giudici imparziali ed onesti. Di più non è un tribunale solo che decide della loro gloria, havvi sempre luogo ad appello. Infatti se, come abbiamo detto, la memoria delle azioni giunge alla posterità sola, e quale i contemporanei l’hanno trasmessa, le opere al contrario vanno ai posteri da per sè stesse, e quali sono, salvo i frammenti perduti: qui dunque non v’ha la possibilità di snaturare i dati, e se al loro apparire l’ambiente ha potuto esercitare qualche influenza dannosa, questa più tardi sparisce.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282