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      So pure che non è facile di convincere la maggioranza degli uomini di scienza di queste nuove idee, venute per una revisione delle teorie dominanti, su le quali, invero, dubbi cominciavano a nascere, e per altre teorie sorte da nuovi studi, quali quelli intorno all'eredità biologica. Perchè generalmente gli uomini si adagiano sulle teorie che hanno acquistato la sanzione generale, e si considerano ormai come stabilite in modo indiscutibile, anche per quell'inerzia mentale, per la quale il pensiero tende a continuare nella stessa direzione d'idee, come un corpo nello spazio, e non muta direzione, se non dopo più forti impulsi che vengono dal di fuori.
      Malgrado questi ostacoli alle nuove idee in opposizione a quelle che appariscono saldamente stabilite, noi siamo costretti dalla forza dei fatti che si presentano genuinamente e vigorosamente, ad insistere sulla interpretazione data, cioè sull'impossibilità della trasformazione dei tipi in animali e vegetali, fondandoci, oltre che su altri fenomeni, su quelli dell'eredità biologica, come sopra è stata presentata, la quale, poi, coincide con i fatti medesimi.
      La manifestazione dei caratteri nei viventi, animali e piante, è la forma esteriore negli organi loro, la loro morfologia; ma essa dipende da elementi che sfuggono all'osservazione esterna, e che sono inchiusi nelle cellule germinali, come cromosomi. Qui ora è rivolta l'attenzione dei biologi, i quali, però, finora non possono avere altra notizia di essi, se non del numero, ma non della natura loro intrinseca qualitativa.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150