E perchè tale argomento solleticava la comune degli uditori, l'eresia de' politici, nome espressivo che allora si diede alle sue dottrine, faceva rapidissimi progressi36.
Arnaldo conservava per Pietro Abaelardo suo maestro la più tenera amicizia; e non è affatto improbabile che le persecuzioni e l'imputazione d'eresia, ond'ebbe tanto a soffrire Abaelardo nel 1140, derivassero dall'odio del clero contro il suo discepolo Arnaldo. Si vollero ambedue colpevoli di oscuri ed inintelligibili errori intorno alla Trinità: Abaelardo ebbe la modestia di abiurare tutto ciò che poteva trovarsi di erroneo nelle sue scritture, e morì compianto dai monaci di Clugnì, presso i quali aveva trovato asilo e generosa ospitalità37. Arnaldo fu perseguitato prima del maestro; ed i suoi nemici ottennero dopo una lunga ed ostinata guerra di farlo condannare alla morte ed all'infamia38. Nel 1139 Arnaldo fu condannato nel concilio di Laterano, e costretto ad abbandonare l'Italia39. La persecuzione di s. Bernardo lo seguì a Costanza, ov'erasi riparato presso quel vescovo40: di dove salvatosi prodigiosamente (1139) passò intrepido a predicare la libertà ai Zurigani, come l'aveva predicata in Italia: e dopo cinque o sei anni tornò in trionfo a dar le leggi alla repubblica romana.
Mentre trovavasi Arnaldo in esiglio, i Romani mantenevano viva la guerra coi Tivolesi, cui aveva dato apparente motivo il precedente scisma (1140). Ridotta per così dire alla sua prima infanzia, e chiusa negli antichi confini, Roma appena sosteneva la rivalità di Tivoli, città formata dalle case di campagna de' suoi antichi cittadini.
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