- Monseigneur! - gridò l'oste, ma si ripigliò e mutò stile - se monsieur non ha passaporto, apparemment avrà amici in Parigi, i quali glielo potranno impetrare.
- No, ch'io mi sappia - e risposi come chi non se ne cura.
- Dunque certes - mi replicò - voi sarete albergato nella Bastille o nel Châtelet, au moins.
- Baje! - io gli dissi - il re di Francia è una creatura d'ottimo cuore, e non vorrà far male ad anima nata.
- Cela n'empêche pas - mi diss'egli - non v'è da dire; domattina sarete messo nella Bastille.
- Ma io qui pago la pigione per tutt'un mese - gli rispos'io - e non v'è re di Francia nell'universo che mi faccia lasciare innanzi tempo il mio alloggio. - La Fleur mi bisbigliò all'orecchio che nessuno poteva dirla col re di Francia.
- Pardi! - disse l'oste - ces messieurs anglois sont des gens très extraordinaires! - Ciò detto e giurato, andò via.
XL
IL PASSAPORTO
L'HÔTEL IN PARIGI
Ma non mi dava il cuore di martoriare l'anima di La Fleur; e però, anziché mostrarmi affannato del mio pericolo, me lo pigliai con disinvoltura: e, per fargli vedere che non mi dava gran che da pensare, tagliai il discorso; e mentr'ei servivami a cena, io piú piacevolmente del solito chiacchierava e di Parigi e dell'Opéra-Comique. La Fleur v'era stato egli pure, e m'avea tenuto dietro sino alla bottega del librajo: ma vedendomi uscire con la giovine fille-de-chambre, e andarcene di compagnia lungo il quai de Conti, gli parve che non importasse di scortarmi un passo piú in là; e, ruminando certe sue riflessioni, prese la scorciatoja e giunse all'hôtel in tempo da risapere, innanzi ch'io v'arrivassi, la faccenda della police.
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