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      Da quanto egli narrò delle sue avventure, io son certo dell’identità. E un intelligente e bel giovanotto. Ora dobbiamo avvisarla?
      — Bisogna dirlo a Ruth. Ehi, Ruth, vieni, vieni un po’ qua da me! — Ruth posò la calza, e uscì in un batter d’occhio.
      — Senti, Ruth: Simeone mi ha annunziato che il marito d’Elisa è tra i fuggiaschi che noi aspettiamo stasera... —
      La viva esultanza della donnina interruppe le sue parole.
      Essa fece un salto tale, che due ciocche ricciutelle sfuggirono dalla sua cuffia allungandosi sul bianco fazzoletto del collo.
      — Piano, piano, cara mia! — disse Rachele con tutta soavità. — Credi tu che le si debba dire fin da questo momento?
      — Ma sì, certo! Senza perdere un minuto. Io mi metto nei suoi panni. Immagina un po’ se fosse il mio John. Come vorrei sapere ogni cosa presto! Oh, bisogna darle la notizia subito!
      — Tutti i tuoi pensieri sono rivolti all’amor del prossimo, o Ruth! — disse Simeone guardandola affettuosamente.
      — E che! Non siamo al mondo per questo? Se io non amassi John e il nostro bimbo, non comprenderei i sentimenti di Elisa. Orsù, presto, fa’ che lo sappia, dunque! —
      E con un gesto persuasivo pose la mano sul braccio di Rachele.
      — Va’, — soggiunse — falla entrar nella tua camera; io terrò le tue veci nel preparare la cena.
      Rachele tornò nella cucina dove Elisa stava cucendo, e aperto l’uscio d’una cameretta le disse:
      — Entra qui meco, figliuola; ho da darti una notizia. — Il pallido volto di Elisa diventò come di fuoco. Ella si alzò tremante, volgendo un ansioso sguardo sopra il suo Enrico.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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