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      Oh, una cosa sorprendente in Amalia, un pensiero simile. Del resto, se realmente ella lo aveva avuto, fu per la prima e l'ultima volta, perché ella ritornò al suo vestito abituale, grigio come la sua figura e il suo destino
     
     
      Capitolo X
     
      Tanto il suo dolore quanto il suo rimorso divennero miti, miti. Gli elementi di cui si componeva la sua vita erano gli stessi, ma s'erano attenuati quasi visti attraverso una lente fosca che li privasse di luce e di violenza. Una grande calma e una grande noia incombevano su lui. Aveva percepito con piena chiarezza quanto strana fosse stata in lui l'esagerazione sentimentale, e al Balli che lo studiava con qualche ansietà, disse, credendo d'essere sincero: – Sono guarito.
      Poteva crederlo perché non si poteva pretendere ch'egli ricordasse esattamente lo stato d'animo in cui s'era trovato prima di aver conosciuta Angiolina. La differenza era tanto piccola! Aveva sbadigliato meno, e non aveva conosciuto l'impaccio doloroso che lo coglieva quando si trovava accanto ad Amalia.
      Anche la stagione era molto fosca. Da settimane non s'era visto raggio di sole, e perciò, quando egli pensava ad Angiolina, associava nel suo pensiero la dolce faccia, il caldo color dei capelli biondi, all'azzurro del cielo, alla luce del sole, tutte cose ch'erano scomparse insieme dalla sua vita. Egli era però giunto alla convinzione che l'abbandono di Angiolina fosse stato molto salutare per lui. – È preferibile d'essere liberi – diceva con convinzione.
      Tentò anche di approfittare della riconquistata libertà. Sentiva e si doleva d'essere inerte, e ricordava che, anni prima, l'arte gli aveva colorita la vita sottraendolo all'inerzia in cui era caduto dopo la morte del padre.


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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





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