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      Egli era possibile abbandonarmi cosí? Potevano esservi in natura ragioni sufficienti a dividere due cuori che si erano amati come i nostri? Potevano due creature che erano state sí care l'una all'altra separarsi e sperare di sopravvivere a questo abbandono? Avrei io mai creduto che il nostro amore avrebbe potuto finire? Avrei io avuto il coraggio pur di pensare a ciò che ella aveva predeciso e compiuto con sí facile risolutezza? No, né io, né nessuno. Tal cosa non poteva essere immaginata che da un essere mostruosamente ingrato, mostruosamente crudele. Io aveva amato questo essere. Tutto l'edificio della mia fede era rovinato, tutto era caduto nel fango.
      Mi immersi e mi smarrii in questi pensieri, di cui non comprendeva allora tutta l'ingiustizia. Mi riscossi sentendomi toccare alla spalla; guardai: era il dottore.
      Egli si scostò un poco da me, perché la sua ombra non m'impedisse di vedere il colonnello che era entrato con lui, e s'era arrestato in piedi nel mezzo della camera. Si appoggiò colle mani allo schienale d'una sedia e mi disse:
      - Immaginerete certo le ragioni che hanno indotto il colonnello a venire da voi. Egli sa che vi sono amico, e mi ha permesso di accompagnarlo. Ho insistito su ciò, perché spero che le vostre giustificazioni saranno sufficienti ad evitare...
      - Ma che diavolo dite! - interruppe vivacemente il colonnello. - Io non vi ho dato certo questo mandato. - E proseguí avvicinandosi a me, e piantandomisi diritto dinanzi:
      - Signore, voi avete abusato bassamente della mia fiducia, siete venuto nella mia casa per disonorarla, mi avete reso ridicolo.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213