Anna Kuliscioff è sempre rimasta in faccia alle procelle come una sfida. Dagli avvenimenti che volevano inghiottirla, usciva sempre più forte, più saggia, più preparata a sgomberare la società del passato per far largo all'avvenire.
[vedi figura 09.gif]Neppure la sua malattia implacabile seppe vincerla. Di tanto in tanto si diffonde, tra gli amici, una notizia funebre. La Kuliscioff sta male - la Kuliscioff ha poco da vivere - la Kuliscioff è in fine di vita. E poi non se ne sa più nulla. Non si parla più del suo male implacabile. La si rivede, con la sigaretta in bocca, al tavolino dell'amministrazione o della redazione a lavorare come una negra. Avveniva, su per giù, la stessa cosa con la Harriet Martineau - la grande giornalista inglese del tempo chartista. Questa collaboratrice del Daily News era così sicura di essere agli sgoccioli della vita, che in un momento disperato si mise a scrivere la propria autobiografia, incominciando dall'ultimo capitolo per paura di non finirla.
La Martineau ebbe tempo di completarla e di lasciarla negli armadi dell'editore per venti anni. Per venti anni i suoi amici si aspettavano, ogni mattina, di leggere nei giornali la fine della giornalista che ha prodotto più di ogni altro uomo del suo tempo(4).
Nel '98 è capitato alla Kuliscioff quello che un secolo prima era capitato a madame Roland. Di vedersi svegliata all'alba dagli agenti di pubblica sicurezza e di andarsene in prigione nella vestaglia.
Nelle poche parole ch'essa pronunciò dinanzi il Tribunale militare è tutta la donna che ho presentato.
| |
Kuliscioff Kuliscioff Kuliscioff Kuliscioff Harriet Martineau Daily News Martineau Kuliscioff Roland Tribunale
|