Vi confesso che non intendo, nè capisco codeste vostre cabale, nè so darmi ad intendere che in questo accidente foste per pretender più che le tele di mia mano dipinte; ed in questo, se in me fusse quella colpa che voi mi rovesciate, non vi averia con tre delle mie lettere sollecitata l'esecuzione, come voi sapete molto bene.
Ma giacchè 'l mio destino mi sforza anche con voi ad esercitar l'apologie (cosa che mai mi saria immaginato) dico che intesi di dire, e che sempre dirò, e eternamente così troverete, che da molto tempo in qua sento nell'operare una così straordinaria stanchezza, che per non perdere e straccare il gusto del dipignere, eleggo soggetti facili, e che non mi abbiano a durare troppo tempo sotto al pennello, e di rado trapasso il numero delle figure accennatevi; e se in questo volete usare, col non crederlo, le vostre solite interpetrazioni, dopo avere attribuito il tutto a mia fierissima disgrazia, datemi licenza ch'io vi scemi qualche parte dell'ottimo concetto che sempre ho avuto della vostra bell'anima.
Vedi Ricciardi: se la nostra contesa si ristringesse in materie letterarie, facilmente ti cederei; ma trattandosi di volermi tacciare di poco grato, e d'uomo d'animo misurato nella corrispondenza, ti mostrerò sempre i denti, se non per morderti, almeno per difendermi, e mi sarà facilissimo il provarti il contrario, essendo oggimai bastantemente conosciuto, se no da voi, dal resto di tutto il mondo.
Vi confesso che da che vi conosco non mi siete dispiaciuto più che questa volta, nè mai mi saria immaginato che un amico come voi, m'avesse ad offendere in quello donde io so che merito maggior lode.
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Ricciardi
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