Il felice successo della giornata di Goito, mentre indeboliva la temuta fama di possanza dell'esercito nemico, incuorava sopramodo i nostri. Il giorno 9, il generale Broglia, colla 3a divisione, dirigevasi verso le alture che signoreggiano Monzambano. Gli Austriaci, all'avvicinarsi delle colonne italiane, fuggivano dal paese, e, riparando nella sponda sinistra, appiccavano il fuoco al ponte. La prima batteria a cavallo, sotto gli ordini del maggiore Filippi, allontanò di quasi mille metri gli opponenti dal Mincio, affine di ristabilire il ponte, su cui passavano di corsa buon nodo de' nostri. Se lo stato maggiore avesse conosciuti i luoghi avrebbe saputo rispondere all'ardore dei soldati, che volevano ad ogni costo inseguire i fuggenti. Ma quello doveva tenersi in una saggia moderazione, e anzichè eccitare le truppe le infrenava. Il colonnello Mollard, alle due e mezza dello stesso giorno occupava Borghetto. L'indomani le truppe della libertà prendevano posizione sulle alture dinanzi il castello di Valeggio; e il giorno 11, riposti in assetto i ponti fatti saltare in aria dal nemico, tutte passavano il fiume.
La facile vittoria ringalluzziva i nostri, e li faceva meno oculati e guardinghi; come quelli che ormai non temevano punto d'un nemico sbaragliato e fuggente. Ed era quello il momento che un generale esperto in cose di guerra avrebbe afferrato per ispingere innanzi le sue colonne, e approfittare in un tempo e dell'entusiasmo che le infiammava e della paura in cui ancora erano invasi gli Austriaci.
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