Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Per tali fatti si cominciò a vedere la necessità di cingere d'assedio la fortezza, almeno provvisoriamente, ciò che fu eseguito e nel modo come andrò descrivendo. E siccome in questi ultimi tempi sono stati pubblicati degli scritti intorno a questo assedio con circostanze e notizie erronee, così mi è sorto il desiderio di scrivere su tale argomento, nell'unico scopo di mettere le cose al loro posto, affinché la storia dei fatti e degli uomini che li compirono non sia falsata, e si abbia quel giusto valore che merita. Quindi si lasci dire a me, che mi vi sono trovato dal primo all'ultimo giorno, che conservo molti documenti che possono giustificare quello che dico e che ricordo bene i nomi di coloro che ivi sostennero le parti principali. Dovrò dire qualche cosa di me, per meglio far comprendere e credere veri i fatti che racconterò, spero d'altronde di poter fare in modo da non essere accusato di egoismo, e di non riuscire disgustoso al cortese lettore.

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     Comincerò dal dare un cenno di Civitella del Tronto (la Beretra del medio Evo), per coloro che non conoscessero la monografia di questa cittadella.
     Essa è posta sopra un altissimo prominente masso calcare tra dirupi e montagne, a 18 chilometri da Teramo, ora tutta strada rotabile, capoluogo del suo comune e del suo mandamento, e con le diverse sue ville ha una popolazione di 7902 abitanti; e forma da se sola il mandamento, che con l'odierna legge sulla riduzione delle Preture, è stato conservato.