Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Intanto gli avvenimenti incalzavano sempre più, e Garibaldi padrone delle Calabrie, invadeva il Molise. La popolazione Teramana impaziente di scuotere il giogo, domandava il disarmo della gendarmeria. Fu allora, che si prese la determinazione di fare rilevare dalla gendarmeria la guarnigione di Civitella del Tronto composta di due compagnie del 12. Cacciatori. (4) (a) Questa inconsulta risoluzione fu la causa per cui ebbe la nostra provincia a lamentare le reazioni, il brigantaggio e le conseguenze dell'assedio di questa fortezza, che durò ben cinque mesi, cioè del 4 novembre 1860 al 20 marzo 1861.
     Finalmente il 7 settembre, giorno che ricorda una delle date più gloriose dell'epopea del nostro risorgimento Nazionale, Garibaldi entrò a Napoli, ed il dì seguente Teramo proclamò un governo provvisorio.
     Il comando e la guarnigione di Civitella del Tronto si mostrarono ostili a tale proclamazione, e quindi alla loro volta dichiararono lo stato di assedio. Da quel giorno le comunicazioni fra le due Città non furono più tanto frequenti e sicure, anche perché quella guarnigione faceva continue scorrerie nei Villaggi del Comune.
     Eccoci al 21 ottobre, giorno indetto con decreto Dittatoriale pel Plebiscito delle Provincie Meridionali. La mattina di questo giorno un colpo di cannone del più grosso calibro, denominato colubrina, si fece udire dalla fortezza di Civitella. Si suppose subito, e non si andò errati, che quello fosse segnale d'accordi presi con coloro che non volevano si rovesciasse un Governo che era stato inesorabilmente condannato dalla coscienza pubblica. Di fatti, nei giorni seguenti scoppiò la reazione a Nereto, Corropoli, Bellante ecc. ecc. mentre nelle vicine montagne si organizzava un brigantaggio, armato e fornito di munizioni dai capi della guarnigione della fortezza; capi che erano imbeccati e guidati dal Capitano di Gendarmeria, a nome Giuseppe Giovane. (5)

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(4) (a) Che vi erano state destinate dal Generale Pianelli (in realtà Pianell, ndc), allora al servizio di Francesco II.

(5) Giuseppe Giovane andava a sostituire nel comando della guarnigione di Civitella del Tronto il maggiore Luigi Ascione, che venne ritenuto troppo debole.