Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Era impossibile una più lunga resistenza, stante il continuo fuoco d'Artiglieria e la quasi totale mancanza dei viveri a cui erano ridotti gli assediati.
     Uscita l'intera guarnigione e disarmata, venne annunziata ad alta voce la condanna di Messinelli e Zopinone, i quali furono immediatamente fucilati.

     Il comando della Piazza e del Forte fu affidato all'illustre nostro amico cav. Alessandro Finazzi, a quell'epoca Maggiore del 27. Fanteria, ed oggi Generale.
     P. Zilli da Campotosto, abbenché premurosamente cercato non fu per allora trovato. Uomo villano e rozzo, in tempo di pace era stato il continuo tormento del povero Guardiano P. Luigi Susi, e divenne poi col cominciar del brigantaggio estremamente fanatico del governo borbonico e dal quale si aspettava in ricompensa un Vescovado; e come abbiamo detto era desso un fiero oppositore della resa.
     Questo frate nel cui animo, regnava solo il sentimento dell'ambizione, teneva presso di sé due donne sulla trentina, Rosa Pizii detta la Badessa delle Pinzochere, e Giuditta Volpone, tuttora viventi; la prima, sotto il velo apparente dell'umiltà e della divozione, nascondeva una scaltrezza non comune. L'altra un tipo di donna isterica facevasi credere chiaroveggente, in modo che durante l'assedio molte erano state le sue predizioni a favore di quella credula popolazione. Interrogata dai nostri Uffiziali a dire dove si trovava P. Zilli, non volendo accusare il suo frate rispondeva con un sospiro: la Madonna non mi dice più nulla.
     Fatta una perquisizione nelle camere di P. Zilli, vi si trovarono diversi zaini dei Bersaglieri ammazzati nei combattimenti di Acquasanta, e delle maschere, delle quali si serviva nelle uscite notturne che faceva travestito.