Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Il Forte dopo pochi giorni fu demolito. (41)
     E così ebbe termine un lungo e penoso assedio che ebbe origine dall'inconsulta risoluzione di consegnare nelle mani della Gendarmeria una Fortezza quasi inespugnabile, per natura, fornita di tutt'i mezzi di guerra, e di viveri; che da poco era stata rimessa in ottime condizioni di difesa per opera del Generale Pianell, che allora trovavasi a comandare un Corpo di armata in questi Abruzzi. Che ebbe una sì lunga durata per la perfidia e ferocia di taluni uomini rifugiati nella Città di Civitella; per le ambizioni e per gl'interessi personali di altri; ed infine per la crassa ignoranza di un Comandante, e per le stupide e fanatiche speranze del ritorno del passato; speranze che con false notizie, continuamente venivano propalate dai più scaltri e compromessi, a danno di quei disgraziati che pagarono poi col carcere e colle galere, il fio della loro ignoranza e della loro credulità.
     Quali ne furono le conseguenze ? — Eccole.

     Circa mezzo milione di spesa per l'erario dello Stato. La perdita di sette prodi soldati Italiani. (42) (m) La fucilazione di tre, chiamiamoli pure, disgraziati fanatici ed illusi, per quanto meritevoli fossero stati di tale fine. — La condanna al carcere ed alle galere di una ventina di militari borbonici, dei quali diversi erano padri di famiglia!..
     Il saccheggio, le rapine e le sevizie contro i migliori cittadini di Civitella ed altri dei vicini paesi. — Un danno incalcolabile pei poveri proprietarii di case e terreni di Civitella; danni che il Governo non credé mai di compensare, perché ritenuti danni di guerra. — Infine l'abbattimento morale e la rovina materiale di una Città, che traeva unicamente la sua esistenza, causa la posizione topografica, dalla guarnigione di quella Fortezza e dal commercio che da questa ne derivava.

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(41) Il 25 marzo 1861 il Ministro della Guerra piemontese Manfredo Fanti emanava l'ordine di distruggere la fortezza e la cinta muraria angioina di Civitella del Tronto, mediante l'uso di esplosivo. Il giorno prima il capo del governo Cavour aveva informato inglesi e francesi della caduta dell'ultimo baluardo borbonico, requisito indispensabile per il riconoscimento del nuovo stato italiano da parte delle potenze europee. I sei mesi di assedio, a fronte della sproporzione tra i mezzi delle parti contendenti (gli assedianti disponevano delle armi più moderne, gli assediati di armamenti obsoleti e logori) confermarono il carattere d'inespugnabilità della fortezza, ed indusse il governo alla immediata demolizione. Il recupero della fortezza venne iniziato nel 1973, ed i lavori di restauro, completati nel 1983, hanno restituito alla struttura la sua importanza storica. La fortezza ospita anche un museo, aperto nel 1988.

(42) (m) In questi sette non sono compresi il Caporale dei Bersaglieri ammazzato sul Marino mentre accompagnava una spedizione di pane, ed il Tenente Antonio di Paolantonio di S. Egidio; perché fatti avvenuti fuori il Circolo dell'Assedio.