Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Che riuscirebbe altresì contrario ad ogni principio di dritto Militare, e delle genti, che il Giovane fosse assoggettato a castigo per eccessi di guerra da lui commessi da quell'istessa potenza belligerante, nelle di cui mani egli davasi spontaneamente prigioniero, come risulta dagli atti, abbenché egli venisse meno all'onore ed al dovere di onesto soldato al Comandante, abbandonando con la di lui dedizione la sorte del presidio della fortezza assediata, il quale fatto costituirebbe una bassezza ed un tradimento a danno del suo antico signore, che d'altronde sfugge a penale sanzione per parte delle nostre leggi non applicabili a lui per tal fatto in quell'occasione.
     Dopo di aver deliberato.
     Adottando i motivi come sopra svolti dal P. M. nelle precedenti sue requisitorie uniti agli atti e sottoscritte
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     Corrado - Sostituto avv. fiscale militare
     Visti i precedenti art. 232 e seguenti del Cod. Pen. Militare, nonché l'art. 395 dello stesso e l'art. 157 del Codice penale comune.
     Dichiara non esservi luogo a procedimento contro il predominato ex Maggiore Giovane Giuseppe per i fatti di preteso tradimento, e saccheggio di cui nello avanti esteso capo d'accusa, ed ordina conseguentemente il rilascio dello stesso ex Maggiore Giovane Giuseppe dalle Carceri in cui si trova, ove non siavi per altre cause detenuto
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     Il Tenente Colonnello Ascione e tutti gli altri militari Borbonici furono condotti in Ancona, liberi nella scelta di congedarsi o di seguitare a servire; (40) (l); come tutte le armi e gli oggetti di artiglieria, trovati nel Forte, furono inviati in Ancona meno la Colubrina, che fu spedita nell'Armeria di Torino. I borghesi, apparentemente non compromessi, furono rimandati liberi alle loro case, senza pregiudizio però delle istruzioni pendenti pei reati comuni; gli altri circa 30, furono spediti incatenati e sotto buona scorta nelle prigioni di Teramo.

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(40) (l) Comando Generale delle Truppe nell'Ascolano e negli Abruzzi. N. 296. Dal Quartiere Generale di Teramo addì 4 Aprile 1861. - Al Sig. Maggiore Finazzi Com. la piazza di Civitella. - Qualora la S. V. possa credere conveniente di inviare ad Ascoli il Sig. Ten. Col. Ascione e gli altri prigionieri rimasti in Civitella per essere interpellati dal Consiglio di guerra, Ella potrà disporre in proposito avvertendo che i medesimi vi siano avviati con le debite cautele, ed appena giunti in Ascoli sieno rimessi al Sig. Comandante Militare della città, il quale dovrà metterli nella eguale condizione e con lo stesso trattamento già stabilito per i prigionieri di vario grado che sono ricoverati in Ascoli. Ella potrà pure inviarvi quei Veterani che sono atti a sostenere la fatica della marcia, e questi pure saranno consegnati al Comand. Militare per essere riuniti agli altri prigionieri e trattati del paro. Non essendo possibile di provvedere in alcun modo per alloggiare le famiglie dei prigionieri, converrà che V. S. si concerti in proposito col Sig. De Sanctis ff. di Commissario di Guerra e nel tempo stesso con l'Autorità Civile di Civitella affine di rimediare, per quanto sia possibile, a tale inconveniente. Si compiaccia dare avviso a questo Comando appena avrà inviati ad Ascoli i prigionieri, dei quali ella si farà rilasciare atto di ricevuta dal Comand: Milit: di quella città. - D'ordine - Il Capo di Stato Maggiore - fir. F. CAMPOS Magg.