I testi completi delle opere
Dario Peruzy
Ricordanze Patriottiche in Abruzzo
(pubblicate sul “Corriere Abruzzese”, dal 14-1 al 25-2-1912)
Tito Livio De Sanctis
Assedio di Civitella del Tronto
Campagne per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia 1860-1861
(Teramo, Stabilimento Tipografico Bezzi-Appignani e C., 1892)
Raffaele Petrilli
La Muta all'assedio di Civitella del Tronto nell'anno 1861
Racconto
(Teramo, Tipografia del Corriere Abruzzese, 1886)
Indice dei nomi, toponimi e cose notevoli
Bibliografia del Risorgimento Teramano
Disponibile anche nel formato eBook su Amazon
|
Quando a Torino il 17 marzo 1861, con l'incoronazione di Vittorio Emanuele II, si proclama solennemente il Regno d'Italia, a Civitella del Tronto si continua a combattere. Da più di cinque mesi l'inespugnabile fortezza è in mano a 500 uomini, male armati, che tengono in scacco più di 3500 elementi dello schieramento piemontese (all'inizio dell'assedio erano poco più di 500 volontari, in seguito sostituiti da truppe regolari). Già dal mese di febbraio era capitolata la fortezza di Gaeta e Francesco II di Borbone, ultimo re di Napoli, era andato in esilio a Roma; a marzo si era arresa anche la piazzaforte di Messina, mentre la bandiera del Regno delle due Sicilie continuava ancora a sventolare sulla fortezza di Civitella.
La stampa straniera esalta la resistenza civitellese, che rappresentava agli occhi delle corti europee il vecchio stato borbonico, che ormai non esisteva più. Lo stesso Francesco II aveva trasmesso agli assediati un messaggio, invitandoli alla resa: è il generale borbonico Della Rocca che lo recapita, entrando per ben due volte nella fortezza solo grazie ad una scala a pioli; neppure lui, a rischio della sua stessa vita, riesce a far desistere gli irriducibili.
Ci vollero altri due giorni di bombardamenti intensissimi per far arrendere la guarnigione borbonica: la resa venne firmata alle 11 del mattino del 20 marzo 1861. Due ore dopo furono sommariamente eseguite le prime fucilazioni... il governo Cavour si liberava finalmente di questa spina nel fianco, che rappresentava soprattutto un problema di politica estera. Il Ministro della Guerra, quasi a voler cancellare quell'imbarazzante simbolo della memoria storia, qualche giorno dopo fece saltare in aria la fortezza (ricostruita poi tra il 1973 ed il 1983).
Relativamente alle vicende dell'assedio di Civitella del Tronto vengono in questa sezione riproposti alcuni contributi pubblicati a Teramo: si tratta delle memorie di Tito De Sanctis e di un racconto di Roberto Petrilli. Aprono il volume le ricordanze di Dario Peruzy.
E' possibile ordinare il volume nel formato cartaceo. Le richieste vanno inoltrate a:
|