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Ma a guarire, almeno parzialmente e temporaneamente dai suoi mali, Bernardo, giovò moltissimo l'aver trovato il padre nell'atto di rinnovare una vasta proprietà che aveva allora allora acquistata. Era una selva e questi si era proposto di ridurla ad un giardino, e vi riuscì, ma se vi riuscì, molta parte in ciò ebbe Bernardo. Il quale, come ognuno ormai l'avrà conosciuto, era una di quelle tempre delicate e sensibili, che, come diceva Napoleone I degli Italiani, vogliono esser sostenute nella loro sensibilità. Incapace egli da sé di mettere a profitto il suo molto ingegno e le sue rare e svariate attitudini, quando era sostenuto, diretto e spinto da uno spirito forte e superiore, rendeva aiuti inapprezzabili. Ed un tale spirito era Sigismondo, il padre suo. Qui non mi illude affetto di pronipote. Sigismondo Savini era uno di quegli uomini, di cui pochissimi si trovano gli uguali. Non molto inclinato agli studi letterari, aveva dovuto interrompere il suo corso legale in Napoli per la rivoluzione del 1799; senza nessuno studio d'arte aveva un intuito artistico ammirabile, ed a ciò univa un amore grande pel bello e pel buono, una grandiosità d'idee notevolissima per la sua condizione e per la sua patria, un amore indomito ed insieme temperato pel progresso, una energia tanto più tenace quanto più calma. |