Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Fu ricevuto come alunno delle scuole esterne; ed avendo, come si è detto, una bella vocina di soprano e non conoscendo quasi nulla di musica, (5) fu obbligato ad esercitarsi nel solfeggio sotto la direzione dell'evirato maestro Pergini di Bologna, che, seguendo l'antica tradizione de' Conservatori, fu maestro coscienzioso ed amorevole. In sei mesi il piccolo allievo imparò a leggere in tutte le sette chiavi, ma per essere ammesso all'esame, che gli avrebbe dato il posto definitivo nel Conservatorio, doveva aspettare il suo turno: il Pergini volle che la Commissione anticipasse questo esame e, con l'assenso di Mercadante, fu soddisfatto. Braga, superata magnificamente la prova, cantando a prima vista in tutte le sette chiavi un solfeggio che Crescentini gli aveva presentato, ottenne non solo l'approvazione, ma gli elogi degli esaminatori e il primo posto nella graduatoria de' concorrenti. Ecco intanto quello che egli scrive:
     “Dopo sei mesi entrai a piazza franca, con tutti i vantaggi che il Collegio mi dava; ma capivo benissimo che dopo due o tre mesi la voce si sarebbe cambiata e non avrei potuto soccorrere la mia famiglia, e tanto più che dalla nascita ho la mano diritta offesa, da non permettermi diventar mai un buon pianista, e la composizione, a cui avrei potuto dedicarmi, era lunga ed incerta. Fu fortuna la mia che per varii giorni, nella Camerata de' piccoli, quando in estate, alla così detta controra i miei compagni dormivano, il primo violoncello di allora, l'alunno Laboccetta, allievo di Gaetano Ciaudelli, studiasse, sicché per un' ora mi deliziavo del suo bel suono. Un giorno odo cessare il suono, ed aprirsi la porta; poi un gran silenzio. Mi prese come un gran delirio, che io tentai di quietare; rubai la chiave della porta della mia camerata, che stava sotto il cuscino del mio vicino prefetto, che era un prete, il quale non poteva soffrirmi, perché io ero assai vivace: apro zitto zitto, entro nella stanza di Laboccetta in camicia, vedo appoggiati il violoncello e l'archetto ad una seggiola e mi provo ad eseguire lentamente una scala.

(5) A consiglio della buona Duchessa, il piccolo Braga, nei primi anni della sua fanciullezza, ricevé poche, ma non proficue lezioni di musica da un certo Sassardi, che da Tolentino sua patria erasi trasferito a Giulianova. E delle sue attitudini musicali egli, con grande successo, dette prova la sera del 30 Sett. 1839, cantando con voce dolcissima e ben modulata nel palazzo Acquaviva, in occasione della festa che vi si celebrava per l'onomastico del Duca Giovan Girolamo.