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Poi scrissi un primo atto dell'opera intitolata Zoè, che neanche meritò l'approvazione; insomma quello fu per me un periodo di contrarietà, che in vero durò qualche tempo, ma che, combattendo, seppi vincere, facendo tacere alcune basse e male intese suscettibilità ed alcune gelosie di mestiere, dalle quali qualche volta non vanno esenti né gli uomini di merito, né coloro che si trovano alto locati, incomprensibili per altro dalla generalità, ma che pure avevano arrestato il mio entusiasmo e quasi affievolito il mio ardore per l'arte del comporre. Ma quel caro maestro Conti, d'indole sì benigna, di principii e costumi veramente patriarcali, fu il primo che mi consigliò a mettermi addirittura, senza esitare più, sotto la direzione di Mercadante. Ecco la panacea, sorridendo diceva, per mostrare di aver talento, e poter dire di essere nato veramente per la musica. Io secondai i suggerimenti del mio caro maestro, e Mercadante mi ricevé tra i suoi allievi. Immediatamente mi fece scrivere un piccolo corso di solfeggi, una cantata intitolata Saul, una Messa a quattro voci per orchestra, molte fantasie e svariati pezzi per violoncello con accompagnamento di pianoforte, che eseguivo con qualche successo nelle pubbliche Accademie, che si davano in Collegio". |