Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     “Giuseppe aveva un'adorazione per il mio ingegno e imparava a memoria tutto quello che io allora componevo, persino gli accompagnamenti dei miei pezzi. Quante volte, nelle serate musicali, improvvisavamo innanzi al pubblico pezzi che non avevo mai composti, e il pubblico si dilettava di quel cimento, lo richiedeva e mostrava molto gradirlo. Ma, come già dissi, al molto lavoro e più alla disordinata vita, il debole corpo del povero Stanzieri non poté resistere: divenne cieco ed ammalò, e in questo stato miserevole dette l'ultimo concerto, al quale presi parte anch'io col violoncello. Accursi col violino, Graziani, il celebre artista di canto, e la signorina Batta. Stanzieri suonò meravigliosamente la sua famosa suonata in si bemolle, entusiasmando tutti ed ottenendo un colossale successo. Fu l'ultimo concerto: Stanzieri trovò rifugio ai Frères de St. Jean de Dieu, dove già era stato un'altra volta, e dove visse ancora pochi giorni, tra l'alta febbre e il delirio, amorosamente vegliato dagli amici e dal padre Francesco, che non lo lasciò mai, notte e giorno, prodigandogli le più amorevoli premure. Intanto, io mi preparavo al terribile eterno addio di quell'amico, che mi spirò tra le braccia, pronunziando il nome mio!
     Feci chiamare un prete dalla vicina chiesa, perché gli venisse fatto un modesto funerale. Stanzieri non aveva che pochi soldi ed io non possedevo che 150 franchi; ma aiutato dagli amici Tebaldi ed Accursi, che misero 20 franchi ciascuno, e dal buon Padre Francesco, venne provveduto ai mezzi per un modesto, ma decente funerale. Fu sepolto nel cimitero di Pére Lachaise e sulla tomba, in una lastra di marmo di Carrara, venne incisa una epigrafe, che ricorda ai posteri il nome di così grande artista, morto a soli 25 anni, quando già l'avvenire gli sorrideva. Riposa vicino a Balzac, e la tomba di lui è sempre ricoperta di fiori dagli amici, dagli ammiratori e dagli artisti". (10)

(10) Stanzieri visse carissimo a Rossini, che lo chiamava: il piccolo napoletano. Fu il pianista di predilezione del sommo Pesarese, che non dava concerto al quale Stanzieri non partecipasse, desiderato ed acclamatissimo.