Pagina 33 di 160 |
Partito da Napoli, tornò a Parigi e vi riprese subito le sue conoscenze e insieme le lezioni agli artisti francesi ed italiani. Egli era fortissimo nell'insegnare il canto; con la sua guida la Borghi-Mamo divenne quella celebre artista, inimitabile nella Favorita, e da tutti ammirata. "Un giorno”, è Braga che scrive, "Meyerbeer promise alla Borghi-Mamo di andare da lei per udire il suo Profeta, ed io, quale suo professore, dovetti trovarmi al pianoforte per accompagnarla. A mano a mano che si provava lo spartito, Meyerbeer si mostrava molto soddisfatto della buona interpretazione; ma, alla fine dell'ultima cavatina, si accorse che il merito era tutto mio, tanto che alla Borghi-Mamo la quale, per una malizia mia, affrettava certi tempi più di altre cantanti, disse che mai aveva udito eseguire così presto quell'allegro e che temeva che ella non avrebbe potuto continuare. La Borghi-Mamo non seppe rispondere neppure una parola; allora io gli dissi: 'Questa maniera diversa, con cui l'artista canta la vostra cavatina, è più di effetto o no?' Ed egli mi rispose: 'Volesse il cielo che essa potesse sempre cantarla così!' Allora ripresi: 'Ebbene, la continuità dell'esecuzione è affar mio, e vi prometto che Ella canterà sempre come a lei l'ho insegnata'; e così fu. (13) Questa opera venne poi rappresentata a Trieste, ma per il mal volere degli artisti e per altre ragioni non ebbe il successo che meritava. Braga ne discorre con grande rammarico nelle sue Memorie. |