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Fu pure a Parigi che, durante la malattia di Stanzieri, conobbe il suo concittadino giuliese, il dottore Raffaele Castorani. Egli ne parla con grande stima ed affetto e lo descrive con queste parole: (14) (14) Raffaele Castorani, illustre oculista, patriota insigne, una delle più belle figure di cui l'Abruzzo si onori, nacque a Giulianova il 20 agosto 1819 e morì a Napoli il 23 aprile 1887. Prese la laurea in quella R. Università e, fervente liberale, partecipò con ardore a' moti del 1848 e volle seguire, come ufficiale sanitario, il Generale Pepe in quella oramai famosa spedizione, valoroso medico e soldato. Restaurato a Napoli il Governo borbonico, dové prendere la via dell'esilio, e fu prima a Genova ed a Torino e poi a Parigi, dove visse col lavoro e in onorata povertà. Braga ce lo descrive con sobrii, ma vivi colori. Fu colà allievo prediletto del celebre Desmarres, famoso oculista e suo capo-allievo. Nel 1860, ai primi albori della libertà, tornato in Italia con la fama di valoroso operatore fu dapprima direttore della Clinica oculista nella R. Università di Bologna e poscia, per desiderio di Salvatore Tommasi, in quella di Napoli, dove acquistò grande e meritata fama nel- l'esercizio della sua professione, ed ove rimase sino al termine delle sua vita. Celebri sono rimaste le sue operazioni, specialmente quelle di cateratta e di pupilla artificiale: in esse, ai suoi tempi, non ebbe rivali. Alla sua morte lo piansero amici, colleghi, i giovani suoi allievi, i moltissimi da lui curati e beneficati. Fu un carattere degno di Plutarco per purezza, integrità ed austerità di vita, per esemplare modestia, per bontà e generosità di animo, per cuore nobilissimo. Patriota de' primi e più autorevoli, mai nulla chiese per sé, ed è vergogna di quelli che tennero allora il dominio della cosa pubblica, che non onorarono sé e la Patria, elevando il Castorani a Senatore del Regno! Lasciò opere che vivranno: Tommasi, fra la generale commozione, ne recitò l'orazione funebre. Le sue ossa riposano nel Camposanto di Napoli; ma mi auguro che la sua Patria, Giulianova, le reclamerà, come un dovere verso una vera gloria cittadina. Per ora, all'infuori del nome dato ad una strada, nulla ricorda un così insigne cittadino, degno di marmoreo monumento! Di lui spero poter discorrere con maggiore ampiezza in altro lavoro. Lo conobbi a Napoli nella mia giovinezza e da lui fui amorevolmente curato da grave malattia: gliene serbo viva gratitudine. |