Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Fu pure a Parigi che, durante la malattia di Stanzieri, conobbe il suo concittadino giuliese, il dottore Raffaele Castorani. Egli ne parla con grande stima ed affetto e lo descrive con queste parole: (14)
     “Il mio medico era Raffaello Castorani, che graziosamente mi curava sempre per nulla. Quel caro giovane, mio compatriota giuliese, aveva preso un po' di latte da quell'angelo di mia madre e l'adorava e le dava il dolce nome di mamma; quindi ci volevamo un gran bene. Mi piace parlare di un così caro amico e mostrare che cosa si possa fare in questo mondo, anche senza alcun aiuto e senza protezione, con l'abnegazione, l'onestà, il coraggio, lo studio e la perseveranza".
     “Figlio di ricchi massai del contado giuliese, era nel 1848 a Napoli studente di medicina. Si arrolò volontario quale chirurgo militare nel reggimento di quei bravi e valorosi giovani napoletani, che corsero a liberare Venezia dagli austriaci. Costretta la città a capitolare, Castorani ne uscì con gli altri, quasi in camicia, come si dice. Scappò a Parigi, là si ritrovò con altri compagni di armi, che gli dettero i primi soccorsi. La famiglia lo aveva totalmente abbandonato; solo un suo fratello, chiamato Giuseppe, di tanto in tanto gli mandava qualche centinaio di franchi. Semplice, modesto, di animo rettissimo e pieno di quel sentimento di onore, che un vero e bravo uomo deve avere, non domandava mai nulla a nessuno. Con tutte le privazioni che soffriva, si mise a studiare con tanto ardore la medicina, che i colleghi francesi, suoi nemici acerrimi ed invidiosi, dal disprezzo passarono alla stima e lo dovettero subire qual direttore della Gazzetta medica di Parigi. Ma egli, come me, vero figlio amoroso di questa grande Italia, ideò un programma, che gli riuscì.

(14) Raffaele Castorani, illustre oculista, patriota insigne, una delle più belle figure di cui l'Abruzzo si onori, nacque a Giulianova il 20 agosto 1819 e morì a Napoli il 23 aprile 1887. Prese la laurea in quella R. Università e, fervente liberale, partecipò con ardore a' moti del 1848 e volle seguire, come ufficiale sanitario, il Generale Pepe in quella oramai famosa spedizione, valoroso medico e soldato. Restaurato a Napoli il Governo borbonico, dové prendere la via dell'esilio, e fu prima a Genova ed a Torino e poi a Parigi, dove visse col lavoro e in onorata povertà. Braga ce lo descrive con sobrii, ma vivi colori. Fu colà allievo prediletto del celebre Desmarres, famoso oculista e suo capo-allievo. Nel 1860, ai primi albori della libertà, tornato in Italia con la fama di valoroso operatore fu dapprima direttore della Clinica oculista nella R. Università di Bologna e poscia, per desiderio di Salvatore Tommasi, in quella di Napoli, dove acquistò grande e meritata fama nel- l'esercizio della sua professione, ed ove rimase sino al termine delle sua vita. Celebri sono rimaste le sue operazioni, specialmente quelle di cateratta e di pupilla artificiale: in esse, ai suoi tempi, non ebbe rivali. Alla sua morte lo piansero amici, colleghi, i giovani suoi allievi, i moltissimi da lui curati e beneficati. Fu un carattere degno di Plutarco per purezza, integrità ed austerità di vita, per esemplare modestia, per bontà e generosità di animo, per cuore nobilissimo. Patriota de' primi e più autorevoli, mai nulla chiese per sé, ed è vergogna di quelli che tennero allora il dominio della cosa pubblica, che non onorarono sé e la Patria, elevando il Castorani a Senatore del Regno! Lasciò opere che vivranno: Tommasi, fra la generale commozione, ne recitò l'orazione funebre. Le sue ossa riposano nel Camposanto di Napoli; ma mi auguro che la sua Patria, Giulianova, le reclamerà, come un dovere verso una vera gloria cittadina. Per ora, all'infuori del nome dato ad una strada, nulla ricorda un così insigne cittadino, degno di marmoreo monumento! Di lui spero poter discorrere con maggiore ampiezza in altro lavoro. Lo conobbi a Napoli nella mia giovinezza e da lui fui amorevolmente curato da grave malattia: gliene serbo viva gratitudine.