Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     “Un dopo pranzo, sulla spiaggia, proprio vicino al mare, feci sedere mia madre, e noi cinque fratelli ci spogliammo e ci mettemmo a nuotare. Giovanni, Andrea, Peppino e Francesco cominciarono l'accompagnamento della mia marinaresca, e io intuonai il canto. Non si può credere la gioia di mia madre! Essa in lontananza gridava per farci sentire che, finito, ricominciassimo ancora a cantare. Mi ricordo che, per farle piacere, la canzone venne replicata cinque volte. Era tanto felice nel vedere i suoi cinque figli che, battendo le onde dell'Adriatico, facevamo giungere fino a lei una delle melodie da me composta, tanto che da quel giorno, quando mi faceva il broncio per qualche cosa, io, per far la pace, non avevo che a canticchiare quella marinaresca ed essa subito correva a baciarmi. Povera Mamma! Aveva due fortissime passioni: l'amore per i figli, l'amore per il suo paese natio!".
     L'opera, come si è detto, era stata composta per la Scala di Milano; ma egli aveva avuta l'imprudenza di esporre al Filippi, critico di arte, allora molto in voga, tutta la tela del libretto e le varie disposizioni delle sue parti, e costui, con poca delicatezza, come riferisce Braga, suggerì al maestro Marchetti l'argomento stesso, e Marchetti del pari lo musicò. "Marchetti, (parla Braga) che aveva alte protezioni, non ebbe riguardo alcuno né per me, né per l'arte, perché escluse dal suo libretto la più bella parte, quella di D. Cesare di Bazan, che Victor Hugo aveva svolto nel suo Ruy Blas. Più tardi seppi che a mio danno si ordì una lunga congiura. Nella commissione musicale della Scala, due membri erano decisi ad escludere me ed accettare Marchetti, e tra i due, Paolo Ferrari, che durante tre sedute disse corna del povero Braga".