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“La commissione teatrale era composta di otto persone; ma il giorno della votazione, il musicista che poteva giudicarmi, il maestro Ronchetti, per i raggiri de' miei nemici, non poté trovarsi presente. Marchetti perciò ebbe quattro voti ed io tre. Fortis nel Pungolo batteva la gran cassa per Marchetti e compiangeva me per il fiasco fatto alla Scala col Mormile; secondo lui, non avevo ingegno, e si meravigliava come io osassi di ripresentarmi un'altra volta su quella scena. Infine i miei nemici vinsero. Marchetti dette il suo Ruy Blas e quest'opera ebbe a Milano e dovunque uno strepitoso successo. Marchetti fu felice ed io dovetti mettere in un cantuccio a Giulianova quell'opera col libretto e non pensarci più, perché, quantunque io sia sicuro che il mio Ruy Blas offra situazioni migliori di quelle di Marchetti, con la evoluzione, che oggi la musica teatrale ha subita, non lo darei più. E se uno dei miei parenti, dopo la mia morte, volesse farlo conoscere, mi giuocherebbe un tiro birbone, perché io, anche morto, sarei il primo a fischiarlo". (18)
(18)
Abbiamo voluto riprodurre qui integralmente questo giudizio sereno di
Braga intorno all'opera sua, perché gli fa molto onore. Di Marchetti, come si
vedrà, divenne in appresso grande amico.
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