Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     La signorina Sofia, nel promuovere la serata musicale di beneficenza, ebbe a giovarsi del consiglio e dell'opera di due illustri maestri giuliesi: Gaetano e Peppino Braga; il primo, tornato allora, come soleva fare in ogni anno, da Parigi, dove era l'idolo della più eletta società, che egli deliziava col suo violoncello nelle famose audizioni della Sala Erard o nell'aristocratico salotto della principessa Matilde, reduce l'altro dai suoi trionfi di Pregny e di Pietroburgo, dove, ospite del barone Adolfo di Rothschild e del conte Koucheleff, aveva, come pianista, destato così grande entusiasmo e raccolta così cospicua fortuna.(24) La festa ebbe luogo nella grande sala del Palazzo Comunale; ma la maggiore attrattiva ne fu un giovanissimo maestro e compositore abruzzese, che Sofia Acquaviva aveva in grande stima e desiderava mettere in vista, e che Gaetano e Peppino Braga molto amavano. Gaetano, tra la più viva aspettativa e curiosità, presentò il giovane alla eletta adunanza, con quel suo fare così caratteristico e grazioso, che lo rendeva agli amici tanto caro e simpatico.
     In tal modo apparve ai nostri occhi Francesco Paolo Tosti, piccolo di statura, azzimato, elegante, vivacissimo, che dagli occhi lucidi e splendenti mostrava intelligenza e bontà, con una barbetta che gl'incorniciava il mento; mobile, irrequieto, pieno di brio e di verve. Braga, accompagnato da suo fratello Peppino, suonò divinamente, come lui solo sapeva suonare, la Preghiera del Mosè, l'Omaggio a Bellini e Il Curricolo, traendo da quel suo strumento accenti che ti penetravano nel più profondo dell'anima; Sofia miniò da vera artista la Leggenda Valacca con accompagnamento di violoncello e di piano; e poi F. P. Tosti suonò e cantò con una voce così dolce e delicata di tenore, con tanta grazia e con una “dizione tutta sua” alcune romanze, da deliziare il pubblico e suscitare in esso il più grande entusiasmo. Ho conservato di quella festa una memoria vivissima, e quantunque sia passato oltre mezzo secolo, la dolcezza e la espressione del canto di Tosti "ancor dentro mi suonano", mi tornano oggi alla mente, mi suscitano nell'animo il ricordo dei beati tempi della mia giovinezza, distrutti da avvenimenti dolorosi e terribili, tempi che non torneranno mai più!

(24) Questo articolo venne anche ripubblicato di recente dal mio amico e chiaro scrittore abruzzese Luigi Bologna nel suo periodico: II Risorgimento di Abruzzo e Molise.