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Dopo Tunisi, perdé il posto di ambasciatore e rimase a Parigi come privato, nella speranza di riavere il posto, come lo riebbe. Tutte le sere ci trovavamo a pranzo nello stesso ristorante. Allora io ero molto intimo di Adelina Patti, la quale, dando una sera il Barbiere, mi regalò un biglietto per andare ad udirla. Prima di pranzo, mi metto l'abito nero, e per caso al ristorante non era vuota che la tavola vicina al generale Cialdini. Nel sedermi, gli spifferai un rimbombante: 'Buona sera, Eccellenza'. Compiuto il pranzo, mi disse: 'Dove andate così elegante? '. 'Vado al Teatro delle Nazioni per sentire la Patti nel Barbiere'. Egli chiese: 'Suonate in orchestra?' Meravigliato di essergli così sconosciuto, gli risposi: 'Io fui sempre generale come lei, mai soldato!'. Gli voltai le spalle e senza salutarlo, me ne uscii e non volli più rivederlo. È vero che Nigra, Oldoini, Menabrea, il Marchese Incisa di Camerana furono sempre con me gentilissimi!" |