Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     Chi conosce il servizio teatrale, sa benissimo il poco valore che ha un'Opera, quando subito dopo si dà un ballo importante: domando io se questa impertinenza poteva piacere a Rossini, reggitore musicale di allora in tutto il mondo, simpatico a' Francesi, maestro di camera di Re Carlo X; a Rossini, che già era ricco, e che prima del Guglielmo Tell aveva in Italia composti tanti e tanti gioielli di opere. E la stima allora per Rossini era tanto alta, che egli aveva un contratto per scrivere, dopo il Guglielmo Tell, altre opere, tra le quali quelle intitolate: Faust — Jeanne d' Arc e le Bal masqué. Non fu Rossini che cessò di scrivere, ma la rivoluzione del 1830, che vedendo quel contratto come emanazione dell'aborrito passato governo, lo stracciò. Così Egli, non solo vide mutilato il suo Guglielmo Tell, ma messo in condizione di non potere più scrivere per la grande opera del teatro francese. Eppure fu ritenuto come un infingardo, come un uomo che non amasse l'arte sua, e qualche critico arrivò fino ad asserire non essere egli stato un artista sapiente.
     Ritornato io da Vienna il 1857, dopo avervi data l'Estella di S. Germano, ancora non conoscevo bene il modo di dire canzonatorio di Rossini, e presi per veri tanti elogi che mi fece in una sua lettera, in guisa che, appena arrivato, corsi da lui per ringraziarlo. Egli teneramente mi abbracciò ed io gli dissi che ero stato contento del mio successo e di quanto aveva fatto per me lo stesso Imperatore; ma il piacere più grande fu la buona lettera sua. Rossini si mise a piangere come un bambino e mi disse: 'Ho la pretesa di conoscere meglio degli altri le spine che ci sono nella carriera teatrale'; e piangendo e bestemmiando, come usano i romagnoli, mi raccontò tutte le ingiustizie che egli ebbe a subire per il Guglielmo Tell all'Opera di Parigi e il contratto delle 4 opere da scrivere, stracciato dopo la rivoluzione del 1830: fu allora che se ne scappò a Bologna. Molti opuscoli, e specialmente tedeschi, vennero in quell'epoca scritti contro Rossini. Fu a Bologna che Rossini commise quel misfatto artistico di far comporre dal maestro Tadolini varii pezzi del suo primitivo Stabat Mater, tanto che l'editore spagnuolo, a cui lo aveva promesso, lo richiamò agli antichi patti.