Pagina 86 di 160 |
Tornato a Parigi vi restò ancora qualche altro anno; ma durante questa sua nuova dimora, mutati i tempi e con la opinione pubblica a noi avversa, pur tenendo sempre alta la sua dignità di italiano e di artista, non si occupò più di politica militante; vi visse con prudenza e così poté ligare nuovamente a sé i vecchi ed illustri amici di un tempo.
Come già fu notato dal suo arrivo a Parigi fino alla morte dell'insigne Maestro, egli visse nella familiare intimità di Gioacchino Rossini, che molto lo stimò e lo tenne sempre carissimo. Lasciando da parte il giudizio, che come uomo e cittadino dette di Rossini Gaetano Braga, giudizio forse imparziale e giusto, ma che non giova qui ripetere, vogliamo in luogo rendere noto quanto sul-l'artista egli scrisse e riferire alcuni singolari aneddoti, che mettono in luce la vita, l'indole ed il carattere del sommo Pesarese. Ecco che cosa scrive G. Braga: (28) A Parigi, fin dal 1881, aveva ricevuto il diploma di Gran Polentone del Regno della Polenta, colà fondato dagli artisti italiani più illustri "per avere interessato e rallegrato il Regno intero col suo magico violoncello, autorizzandolo a portare la mescola adatta al suo grado. Il diploma, che riproduciamo, porta le firme di Jacopo Caponi (Folchetto) e di Giuseppe Palizzi, suo carissimo amico. |