Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita
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In un'altra parte delle sue Memorie, Braga, ricordando Rossini, dice: “che fece in arte quella evoluzione che segnò il rinnovamento della musica ed ebbe l'ardire di musicare il Barbiere di Siviglia sullo stesso libretto di Paisiello, allora celebratissimo. Non fu subito compreso e fu fischiato, ma, in appresso, applaudito in tutto il mondo. Aggiunge: "Basterebbe la scena della barba ed il sestetto di D. Basilio per proclamarlo il Giove de' Maestri".
Recandosi Wagner a Parigi, chiese più volte di essere ricevuto da Rossini, ma inutilmente. L'illustre maestro italiano non poteva dimenticare l'acerba critica del tedesco, critica inurbana ed ingiusta. Ma una volta, tornato in Francia per darvi il Tannhauser, ritentò la prova; ed ecco Braga, testimone oculare, che cosa racconta: "Dopo essere stato tante volte ricusato, Wagner una mattina, che io ero da Rossini, si annunziò. Rossini, che aveva sette parrucche, e in quel momento ne aveva una sporchissima, mi disse di dargli quella del mercoledì, che era la più bella e la più nuova: si abbottonò la brachetta, che teneva sempre aperta, e disse al domestico: 'Faites entrer m. Wagner'. Questi venne a protestare che non era stato lui che aveva scritto quell'articolo contro Rossini, ma costui non credette, e con quell'aria ironicamente gentile, gli disse: 'Non mi è dispiaciuto per me, che sono un mediocre maestro di opere buffe, ma per papà Haydn, che, qualunque cosa diciate, è l'onore dell'arte nostra. So che volete riformare, specialmente la musica da teatro, e, se avrete pazienza, arriverete al vostro intento, tanto più che nel Re di Baviera avete trovato un possente mecenate. Noi fummo meno fortunati di voi: i nostri mecenati furono i fischi e gli applausi'. Gli fece un mondo di elogi e lo accompagnò fino alla porta. Rossini parve a me correttissimo per la cortesia signorile con la quale accolse Wagner, che, in quel tempo, ingiustamente era trattato da tutti i francesi peggio di un maestrucolo". |
