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In questi anni, Braga continuò, in varii volumi, a scrivere le sue Memorie, notando giorno per giorno, e, sarei per dire, ora per ora, quanto gli accadeva, anche le cose più insignificanti: sfoghi famigliari, religiosi, letterari, artistici; impressioni personali; giudizi di uomini e di cose, ora acri ed ora dolci; spesso perciò contradittorii; ricordi del passato; voci di giubilo e di lamento; rimpianti di un tempo, che non sarebbe tornato mai più, messi sulla carta, principalmente durante la sua lunga malattia, quando, non potendo toccare il suo violoncello ed annoiandolo, come egli pittorescamente si esprime, “il mestiere di stare con le mani in mano”, passava il tempo nello scrivere quello che gli frullava per la mente. Queste Memorie non possono essere destinate al pubblico, tanto più che l'Autore nella sua sincerità riconosce che avrebbe dovuto usare maggiore prudenza con le parole: le memorie stesse di questi anni debbono perciò essere, come sono, religiosamente custodite dall'amatissimo nipote e degno erede di Gaetano Braga, e noi certo non oseremo di violarle. |