Vincenzo Bindi
Gaetano Braga da' ricordi della sua vita


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     La vita di Gaetano Braga si protrasse così, tra timori e speranze, tra fugaci migliorie e sùbiti peggioramenti, ancora per qualche mese, ossia fino all'anno 1907. Passò giocondamente il suo ultimo compleanno in mezzo ad amici carissimi; ebbe doni ed auguri da tutte le parti; a casa sua si fece ottima musica, apportatrice per lui d'ineffabile sollievo, e partì da Varenna, che non doveva rivedere più mai, il 18 settembre del 1907, come testualmente lasciò scritto, “di 78 anni, tre mesi, nove giorni, sedici ore e dieci minuti”, tornando a Milano. Due mesi dopo, e precisamente la sera del 20 novembre 1907, egli scrisse queste, che furono le ultime sue parole:
     “Da quattro ore, attorno a questo tavolo, stanno le ombre di Eugenio Torelli-Viollier, di de Col, di Carlo Brosovich, Praga, Breda e di tanti altri! Esse mi si mostrano amorosamente sorridenti! Del resto, quando ritorno al mio passato, ridivento un fanciullo, amante delle più dolci e commoventi scene: ma sono certo di non rivederle mai più!... La giornata di ieri mi passò con quella triste indifferenza con cui mi passano molte giornate di questo mese di novembre. Oggi però, questo mercoledì, così silenzioso e scuro peggio di ieri, verso le 16 mi ha dato la gioia di udire un po' di buona musica. Il buon Maestro Codazzi con la Patetica e due altre suonate di quel mago di Beethoven mi ha reso felice per tutta la sera. Questa mia natura è curiosa; prima che Codazzi arrivasse, mi sentivo addosso tutti i malanni, ora mi sento un giovinetto, come si dice, di primo pelo!”. Povero Braga! Aveva appena scritte queste parole, che rivelavano le sue speranze in un più lieto avvenire, quando un nuovo e più terribile assalto del male improvvisamente lo colse, ed alle ore 23 di quel mercoledì 20 novembre 1907, lo rese cadavere!