Lo stesso dicasi del popolo Cinese, il quale era gigante nella civiltà e nelle arti, allorquando noi non ancora eravamo nati e nelle superficie delle nostre città, paesi, borghi e villaggi non vi erano che boschi, deserti, e forse anche acque. (3)
Lo stesso dicasi degli Assiri e dei Caldei, come ce lo attesta la loro Werka, ossia la città dei morti, la grande necropoli assiro-caldaica. Il medesimo operavano i popoli della Scizia e gli Etiopi. Ciò ci dicono i celebri esploratori Giulietti, Robecchi, Bianchi, il cardinal Massaia, l'apostolo geniale dei Galla e di altri popoli selvaggi d'Africa, nelle dotte relazioni fatte per richiamare l'attenzione degli scienziati sulle tombe scoperte, le quali contengono scheletri interi di uomini di altissima statura. Lo stesso dice il Revail, in una comunicazione fatta al Congresso di Pavia nel 1881 riferita dalla Patria, giornale di Pavia.
E per non uscire dall'Africa, a nessuno è ignoto come in tutti i paesi che si estendono lungo la costa di Loango, i cadaveri si pongono sopra specie di brande appese agli alberi. Il medesimo sistema si è adottato e si adotta dai selvaggi del Canada e dal restante dell'America settentrionale. (4) né ciò fa meraviglia, essendo oramai accertato che le origini Messicane debbono ripetersi da colonie fenicie. I viaggiatori dell'Asia veggono ancora nell'Arabia le tombe dei così detti martiri di Sciaboda, compagni di Maometto, di Beder e di altri suoi commilitoni che spirarono combattendo al suo fianco.
* * *
(3)
Scrive il prof. Savorini dell'Istituto tecnico di Teramo in una annotazione alla storia del can. Nicola Palma: « Nell'epoca preistorica, ma già di molto vicina alla storia, l'Adriatico lambiva le falde dei nostri appennini ecc.»
Tralasciando il resto, potendo ritenere che molte superficie del nostro paese anticamente potevano essere ricoperte
dall'acqua.
(4)
Tali costumanze verso i morti, in alcuni punti delle Americhe, mi sono state narrate da persone che hanno
viaggiato per quei paesi.
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