I Persiani, dominatori un tempo dell'orbe, usavano come ci narra Plinio, ungere di cera e di erbe odorose i cadaveri dei loro morti, imbalsamarli in casse di legno o di vetro e dopo averli tenuti per un anno nelle case, li trasportavano a seppellire nei templi o fuori la cinta delle loro città.
Il popolo Fenicio, molto più antico del Greco e del Romano, molto più innanzi di essi nella civiltà, è tutto per la tumulazione. Non ci fermiamo a parlare delle immense necropoli sparse in tutto il suo territorio, ed edificate anche in altri paesi delle sue colonie, come ad es. quella di Taros in Sardegna. Ma a che scopo tirare in lungo? E fuor di dubbio che tutti i popoli antichi e moderni, barbari e civili, Oschi, Sanniti, Etruschi, Falisci, Latini, Umbri, Celti, Arabi, Fenici, Libi, Ottentotti, Galli, Ispani, Angli, Germani, Russi, Asiatici Americani, Esquimesi, Australiani, praticarono e praticano universalmente senza distinzione di clima, di origine, di credenze la inumazione dei poveri morti. E abbiamo argomenti perentorii per dire che ciò si praticasse anche prima del diluvio. Ce lo provano gli scheletri antidiluviani scoperti e discussi in varie parti di Europa e di America dai celebri Buckland, Marcel de Serres, Granville, Penn, dal Lund, Spring e da altri. E che antidiluviana sia l'epoca di questi scheletri, ne fanno fede gli avanzi dell'arte e dell'umana industria, trovati accanto a loro nei terreni diluviani, e tra altri dal celebre Boucher de Perthes. Le necropoli, i mausolei, i sarcofagi, le cripte, le catacombe, le piramidi, gli accubitori, gl'ipogei, i sacrati, le chiese, i cimiteri, le tombe di famiglia, queste forse non sono testimonianze che schiacciano gli argomenti tutti sulla cremazione?....
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