Ma perché, se tanto vantaggio portarono alla scienza i nostri antichi e moderni Dottori, perché troncare una così gloriosa via ad altri studiosi? perché opporsi ad un progresso pel quale si logorano e si logorarono vite, si spendono e si spesero tesori? Mentre tuttociò infallibilmente accadrebbe, quando la cremazione fosse generalizzata ed universalmente obbligatoria, scopo a cui tenderebbero i fautori di essa; la storia è là per provarlo.
Noi sappiamo infatti che tale pratica, dice il dottissimo prof. Scarenzio (e ci gode l'animo di poterci servire dell'autorità di questo Insigne Uomo, insieme a quella del Mantegazza, perché ambedue figli ed insegnanti di quella Pavia, culla disgraziata del Gorini e del Polli, autori dell'agitazione cremazionista), fu specialmente in maggior uso, sebbene non esclusivo, nell'età di bronzo, la quale tenendo dietro a quella della pietra, precedette quella di ferro.
Or bene, mentre l'antropologia trovò postumi di gran pregio riguardanti la prima e la terza di queste età, in modo da poterne ricostruire la storia, si confessa impotente a farlo per la seconda, mancandogliene i necessari materiali quasi interamente scomparsi, e di siffatte confessioni vediamo oggi ripiene le opere dei più insigni materialisti, come il Rane, il Canestrini ed altri. Ecco dunque che coloro i quali amano veramente la scienza non possono a verun patto, concedere la riaccensione del rogo e l'innovazione del forno o ara crematoria; l'opposizione dunque per noi diventa un dovere serio e sacrosanto.
|