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L'Illustration ci apprende che negli Stati Uniti la cremazione dei cadaveri nel 1885 fu di 36, nel 1886 di 113, nel 1887 di 195, nel 1889 di 139, nel 1890 di 362, nel 1841 di 464, nel 1891 di 576, nel 1893 di 677, nel 1884 di 876. Sino al 1897 a New-York soltanto furono cremati più di 2000 cadaveri, 296 sino al 1897 in Zurigo, 22 fino al 1896 a Copenaghen.
All'Assemblea generale che la Società per la diffusione della cremazione tenne nel dicembre 1889 a Parigi, il presidente sig. Bourneville annunziava che dal 1889 a tutto il 1898 tanto in Europa quanto in America, furono cremati 23.954 morti, 1696 a richiesta delle famiglie e 21.358 a richiesta degli ospedali.
Da ciò si desume che i privati in generali di tutte le nazioni civili del mondo (e con fondata ragione) hanno per l'incenerimento dei loro morti una manifesta riluttanza. Perciò i signori massoni cremazionisti provino a dimostrare il contrario, se hanno la spudoratezza ed il coraggio di poterlo fare.
Nel Congresso internazionale di medicina che ebbe luogo tempo dietro a Mosca il dott. L. I. Moisels di Odessa presentava una memoria sui vantaggi che avrebbe la cremazione quale provvedimento sanitario internazionale contro le malattie infettive. In essa, fra l'altro, si legge che coll'introdurre la cremazione — la quale che di tutti i metodi di seppellimento è il migliore è basata su dati scientifici — nei paesi cristiani si rifà ciò che si faceva all'epoca dei primi seguaci di Cristo: un ritorno verso l'ideale. Ma in che modo ed in quale luogo un ritorno verso l'ideale, domandiamo noi al preopinante dottore di Odessa?
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