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Dalla lettura, o per meglio dire dall'esame disinteressato, di questo appendice si ha, proprio, sott'occhio lo specchio del numero esilissimo di coloro che amano i forni... per l'arrostimento delle umane membra.
Ma chi sono dunque quei pochi forsennati e delusi che militano per una tale idea cotanta abborrita e stigmatizzata dalla grande maggioranza umana in tutti gli atti ed intimi punti del sociale e civile consorzio?
In prima linea sta tutta baldanzosa la spavalderia frammassonica indi vengono tutti quei poveri tapini infelici, i quali si fecero schiavi fedelissimi dal seguire, ciecamente, i così detti partiti delle novità... sovversive a qualunque cosa utile, buona e bella. Essi, purché riescano di contradizione a tutti ed a tutte, ecco giunti lieti e felici al loro porto, alla loro meta agognata. Poco o niente importa se codesti folli... mai nulla conchiudono di serio e di buono per loro.
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Nel bollore della discussione dei diversi ragionamenti di questo volume già esposti, ci è sfuggito una dimanda, la quale facilmente, ci si potrebbe fare; e noi ora la riportiamo in quest'appendice.
Da quando tempo si è cercato di rimettere in esecuzione questa terribile e macabra costumanza di incenerire le spoglie mortali?
Verso la fine del 1797 nella testa di un mattoide, come si espresse il materialista sig. Lombroso trovò posto il tentativo di rinnovare, con un progresso da gambero, l'opera crudele dell'antica barbaria, la cremazione, e questo mattoide fu un medico belga il Legrand D'Aussy o meglio il petit D'Aussy, il cui progetto fu respinto dal Consiglio dei Cinquecento di Francia.
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