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GIUSEPPE DE VINCENZI
sendo di là vietata l'esportazione di questa merce, di cui ha tutta Europa grandissimo bisogno, si sarebbero immensi tesori riversati sulle nostre incolte regioni per fecondarle; e la ricchezza pubblica avrebbe già a quest'ora percorsa non poca parte di cammino verso lo scioglimento della questione finanziaria. Anche la Francia, che si adopera incessantemente per ricondurre alla pace iu qualunque modo gli Americani non solo per ragioni di politica estera contraria a quella dell'Inghilterra, ma ben anco a motivo della necessità di aver cotone, avrebbe, per la speranza di trarne dall'Italia, non meno che gl'Inglesi dalle Indie orientali, efficacemente cooperato coi mezzi di cui dispone in Roma, ad impedire l'irruzione ed il continuo rinnovamento (li quel cancrenoso polipo che è il brigantaggio.
Ma cosa si fece? Fu un momento in cui il Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio aveva, specialmente per ragion di suo ufficio, fatto concepire le migliori speranze; ma pur troppo, benché per cause forse da lui non in tutto dipendenti, queste speranze non tardarono a dileguarsi. Il R. Comitato per l'Esposizione di Londra si limitò ad encomiare il nostro primo libro, in cui espouendo le condizioni economiche dell'Italia abbiamo cercato di dimostrare il sommo vantaggio che sarebbe derivato al paese dalla coltivazione del cotone nelle italiane provincie meridionali *); esso ha dappoi per mezzo dei Sotto-Comitati provinciali raccolti i varii saggi di qualità di cotone che in alcune località della Penisola si coltivino. Ma fuvvi difetto né torni a male che francamente emettiamo la nostra opinione fuvvi difetto di azione pratica; e venne perciò a mancare quel concorso di energiche risoluzioni da cui solo possono emergere grandi fatti.
Inoltre i privati attendono troppo dal Governo; il Governo fa troppo assegnamento sui privati; così senza esito
') Exposition internationaìe de 1862. Boyaume d'Italie. Catalogne officiel de8criptif, publiépar ordre de la Commission royale italienne. Paris, imprimerle Renon et Maulde, 1862, pag. 291 a 293, ove Bono riprodotte molte nozioni del nostro lavoro.