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Il Ranzani
il Molina
il Zanelli ed il Coli facevano studi in concordia d'animo e di profitto; e prendeva posto mio nonno fra siffatti studiosi. Un artigiano e quattro uomini della Scienza: un pratico e quattro teorici di molto sapere. Tutti gli uomini son fratelli
tutti s'aiutino scambievolmente: fra i saggi e modesti non è primo né ultimo; sono dessi eguali. E così era di Jacopo
uom senza lettere
come del Ranzani
letterato e scienziato celeberrimo. — Felici coloro cui non tormenta gelosia! — Questi cinque naturalisti (quando specialmente correvan più giorni di festa) salivano insieme per le colline e pei monti
scendevan pe' rii e pei torrenti
studiavano terre e pietre
scoprivano marmi e piriti
raccoglievano carbonati ed ossidi
quarzi e stalattiti
marne e tufi in buon dato. Un somiere
due bisacce
un martello
uno scarpello
un pezzo di pietra del paragone
alcuni pani
un po' di prosciutto
l'acqua limpida d'una fontana
instancabili gambe
perseverante volontà
criterio e speranza erano tutto per loro. Imparavano sempre alcun che di nuovo
scoprivano oggetti d'importanza
facevan raccolte non vane
compivan collezioni: avanzava ognun di loro nella scienza propria; e il buon ometto dalla maiolica raggruzzolava que' minerali che giovar potessero alla varia industria di lui; e da ogni terra
da ogni sale
da ogni calce traeva miglioramenti per l'arte propria. Così
di bene in meglio procedendo ogni giorno
pervenne alla invenzione d'una terraglia
che fu ed è ancora la prima dopo la famosissima inglese. Terra bianca di Vicenza o di Schio
vernice vitrea limpidissima; ecco il tutto della materia: ma il lavoro diligente
la cognizione del pirometro
lo studio pratico della fornace
l'antiveggenza degl'inconvenienti che insorger possono
la prontezza de' rimedi
sono poi il tutto dell'intelligenza; e questa è la parte in che mio nonno valeva tant'oro. Io non vidi
ma ben mi figuro la gioia dell'indefesso naturalista
quando trasse dalla fornace quel primo vaso di terraglia nazionale
che aperse la vena della fortuna e della rinomanza alla nostra Fabbrica Aldrovandi così celebrata. — II mio buon padre rammentava bene quel giorno del 1792
in che l'industre inventore (il babbo suo) non capiva in sé per la gioia della scoperta
ed esultava di nobilissimo orgoglio
quasi un novello Colombo che avesse tocche le prode d'altre Lucaie
d'altre Antille
d'altri Mondi incogniti. |