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CAVALIERE DISARCIONATO - 8 Gennaio 1691

Preziosa "tabula votiva" in legno e argento con datazione autografa sul retro ed incisa sul cuore, composta da:
- Cornice lignea a cassetta stile rinascimento
- Fondo ligneo rivestito di seta azzurra (danneggiato)
- Immagini votive in argento: Cavaliere disarcionato; Seguito di oranti (12 maschili e 3 femminili; Cuore in argento con iscrizione incisa, posto sull'angolo superiore destro
- Pergamena autografa apposta sul retro della tabula

Pur essendo la tabula dedicata alla Madonna, la Vergine non viene raffigurata ma "nominata" attraverso l'azzurro del fondo; come 'Madre Santissima Concetta senza peccato originale' nella pergamena notarile; attraverso il topos seicentesco del cavaliere caduto da cavallo. La tipologia delle immagini rimanda al periodo della dominazione spagnola in Abruzzo (1516-1734); la pergamena, di grazia in uno spazio-tempo indefinito trasformandolo in un accadimento archetipale volto ad eternare il momento miracoloso a futura memoria degli uomini e della gloria del santuario. Gli abiti del Cavaliere e degli oranti che ne formano il seguito denotano la condizione abbiente dell'offerente.

Cornice: Cornice esterna: h. 55 cm.; l. 61 cm.. Cornice interna: h. 42,5 cm.; l. 48 cm
Realizzata in legno dorato, è in stile rinascimento a struttura quadrangolare con decorazioni e tipologia 'a cassetta'. E' un tipo di cornice che compare nella seconda metà del '400 con il nascere della pittura di soggetto profano e soprattutto dei ritratti. La tabula quadrata rappresenta "il primo momento di reale autonomia sia tecnica che funzionale della cornice" nel senso che dipinto e cornice cessano di essere legate l'una all'altra e la cornice viene eseguita indipendentemente dall'opera. La parte esterna è decorata con motivi bulinati ed elementi fitomorfi.
La bulinatura è un'operazione di rifinitura che consiste nel decorare la superficie già dorata mediante impronte eseguite con la punta dura del bulino così da ottenere effetti di contrasto con la superficie liscia. La doratura rimanda al valore dell'oro, da sempre, simbolo di sfarzo e di prestigio sociale.

Cavaliere: h. 15 cm; l. 24,5 cm
Cavaliere disarcionato da cavallo in lamina argento sbalzata, incisa e bulinata. L'abito è composto da camicia con volants ai polsi e fiocco annodato al collo; calza in maglia al ginocchio; cappotto oltre il ginocchio, probabilmente foderato con pelliccia (come lascerebbe supporre il lembo sollevato), tagliato in vita e guarnito di alamari sul petto; stivale; spada fissata alla vita, indossata sul lato sinistro; frustino nella mano destra; capelli sciolti simbolo, insieme al cavallo e alla spada, dell'appartenenza alla classe nobile. Nella lavorazione del cavallo, raffigurato con la schiena a terra e gli zoccoli in aria quale conseguenza della caduta, l'argentiere ha evidenziato i dettagli anatomici come occhi e criniera ed i finimenti quali le briglie; la sella preziosamente decorata con cinghia sottopancia; staffile e staffa. L'immagine del cavaliere caduto da cavallo che chiede aiuto alla Madonna è un topos seicentesco.

Oranti: (misure varie e in numero di 15)
La severità degli abiti, il contegno composto e la raffigurazione in atteggiamento di preghiera dei raffigurati, tutti in posizione genuflessa, le mani giunte verso l'alto, come pure il volto e lo sguardo, la nudità dei piedi in alcuni, riflettono lo spirito penitenziale della Controriforma spagnola.