A vent'anni dalla morte di Primo Riccitelli, i suoi "Compagnacci" riprenderanno finalmente il loro cammino. data per la prima volta all'allora "Costanzi" di Roma la sera del 10 aprile 1923, l'opera del Maestro abruzzese ottenne un successo che rimane memorabile nella storia del teatro lirico italiano. A rileggere i giornali di allora si ha l'impressione di un delirio quale si era verificato soltanto in pochi, rarissimi casi. Riccitelli era all'ordine del giorno, era il nuovo astro che sorgeva, la promessa certa della continuazione di una tradizione musicale gloriosissima. All'indomani della prima rappresentazione, Il Messaggero scriveva: "Alla fine dell'atto unico, ascoltato con crescente interesse e con infinito gradimento, è scoppiato un applauso così prorompente e clamoroso che pochi se ne possono registrare di simili. Non solo le alte sfere sempre più pronte all'entusiasmo, come al dissenso, ma la platea, i palchi, l'orchestra si sono sbrigliati nei battimani". E Il Corriere della Sera: "Al libretto di Forzano il maestro Riccitelli, ha dato una musica fluida, calda, sia nelle parti liriche che in quelle comiche. Appena si è chiuso il velario, il pubblico, unanime, scoppia in applausi entusiastici, chiamando alla ribalta una quindicina di volte l'autore e gli artisti e parecchie altre volte l'autore solo, che appariva molto commosso per questo suo successo". "Un trionfo: ecco la cronaca dello spettacolo di ieri sera", nota Il Giornale d'Italia. "Quante volte il musicista de 'I Compagnacci' - si chiedeva La Tribuna - ha dovuto esibirsi alla folla acclamante? Una dozzina di volte, ma forse anche quindici. Negli ultimi tempi soltanto il Mascagni era stato gratificato di una simile orgia di applausi. Non occorre aggiungere altro". E L'Epoca riconosceva che Riccitelli aveva dato "un piccolo gioiello, che il pubblico ascoltò con vivo interesse ed applaudì con una intensità che ci ha fatto rivivere i tempi di un altro battesimo trionfale al 'Costanzi': quello di 'Cavalleria Rusticana' ". E Il Giornale di Roma riportava: "Quando l'atto si è chiuso e, dopo le prime acclamazioni agli esecutori, è comparso alfine sul palcoscenico Primo Riccitelli dalla platea, dai palchi, dalle barcacce, dall'anfiteatro e dal loggione è partita una manifestazione commossa che si è prolungata per molti minuti. Automaticamente tutti gli spettatori si sono levati in piedi, offrendo uno spettacolo superbo e indimenticabile. Applaudiva, insieme con l'auditorio, tutta l'orchestra e plaudivano dal palcoscenico gli interpreti de 'I Compagnacci'. L'ovazione di popolo decretata ieri sera al Maestro Riccitelli è la prova migliore che gli italiani sono assetati di musica, di musica vera". Anche Il Mondo registrava il successo clamoroso de 'I Compagnacci': "Un successo, se dobbiamo adoperare la parola giusta, delirante. Dopo vari applausi a scena aperta, alla chiusa dell'opera c'è stata un'ovazione scrosciante. Artisti, direttore, e poi l'autore solo, sono stati chiamati al proscenio fra la crescente tempesta dei battimani, pestate di piedi, ululati di gioia, sventolii di fazzoletti". "Finalmente - riconobbe Il Corriere d'Italia - da un concorso sono venuti fuori un'ottima opera e un autentico musicista italiano. Il successo è stato grandioso. Un vero trionfo per Riccitelli e l'arte nostra. Le chiamate a Riccitelli non si contano. Il velario, si può dire, sia rimasto aperto per oltre venti minuti per una continua ovazione. Il pubblico pareva non si volesse staccare dall'autore che, impacciato, chiuso in un semplice abito da passeggio, emozionato fino al pianto, sembrava estraneo a quanto avveniva intorno a lui. Il pubblico, dalla galleria ai palchi, alle poltrone, è tutto in piedi, come un sol uomo. Si sventolano fazzoletti, si agitano braccia, si applaude, si grida. Poi il palcoscenico si è riempito di gente che voleva salutare e abbracciare l'autore, che fino a ieri oscuro e poverissimo, oggi finalmente era baciato in fronte dalla gloria". |