Renato Molinari
Il libro di Lamberto De Carolis "SILVI storia folclore turismo (Edigrafital, 1970, pagg. 103) si apre con i nostalgici versi che Renato Molinari (1910-1945) dedicò a Silvi nella poesia intitolata "Ritorno a Silvi" (1942): "E a un tratto – già piena la notte / di stelle e di pace – / Silvi m'apparve: / la spiaggia dorata / ove fanciullo trovavo / e m'eran tesori – conchiglie, / vivendo avventure di sogno, / tra il canto infinito del mare, / ed il respiro rovente / di luglio e d'agosto splendente".
Figura da ricordare quella di Renato Molinari: nato a Novara, di padre socialista (era preside dell'Istituto Magistrale "G. Milli" di Teramo), in gioventù s'infervorò per l'ideologia fascista fino a diventare "convinto intellettuale della mistica fascista".
Avvocato, alpinista, poeta, redattore del giornale della federazione fascista "Il Solco" (1933-36), partecipò alla guerra come Ufficiale di complemento degli Alpini. Ma dopo l'8 settembre 1943, deluso dal fascismo, diventa partigiano partecipando ad operazioni di resistenza nel teramano. Arrestato a Teramo, viene deportato in un campo di concentramento prima in Germania e dopo in Francia, dove riesce ad evadere. Nel territorio francese continua la militanza partigiana, e durante una delle sue missioni tra la Francia e l'Italia viene catturato ed imprigionato nelle carceri di Rivoli (Torino), dove viene torturato e condannato a morte. Venne fucilato il 10 marzo 1945.
Renato Molinari con Giovanni Adamoli sulla spiaggia di Silvi (1926-1927 circa)
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