NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 233
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Mitridanes, vergognandosi forte, disse: - Tolga Iddio che così cara cosa come la vostra vita è, non che io, da voi dividendola, la prenda, ma pur la desideri, come poco avanti faceva; alla quale non che io diminuissi gli anni suoi, ma io l'aggiugnerei volentier de' miei, se io potessi.
     A cui prestamente Natan disse: - E, se tu puoi, vuo' nele tu aggiugnere? e farai a me fare verso di te quello che mai verso alcuno altro non feci, cioè delle tue cose pigliare, che, mai dell'altrui non pigliai.
     - Sì - disse subitamente Mitridanes.
     - Adunque - disse Natan - farai tu come io ti dirò. Tu ti rimarrai, giovane come tu se', qui nella mia casa e avrai nome Natan, e io me n'andrò nella tua e farommi sempre chiamar Mitridanes.
     Allora Mitridanes rispose: - Se io sapessi così bene operare come voi sapete e avete saputo, io prenderei senza troppa diliberaziome quello che m'offerete; ma per ciò che egli mi pare esser molto certo che le mie opere sarebbon diminuimento della fama di Natan, e io non intendo di guastare in altrui quello che in me io non so acconciare, nol prenderò.

     Questi e molti altri piacevoli ragionamenti stati tra Natan e Mitridanes, come a Natan piacque, insieme verso il palagio se ne tornarono, dove Natan più giorni sommamente onorò Mitridanes, e lui con ogni ingegno e saper confortò nel suo alto e grande proponimento. E volendosi Mitridanes con la sua compagnia ritornare a casa, avendogli Natan assai ben fatto conoscere che mai di liberalità noi potrebbe avanzare, il licenziò.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]